Archivi tag: Poesia visiva

Antonio Amendola, “Variegata”

Antonio Amendola affida la sua nuova opera, dal titolo Variegata, al sito di “Critica integrale”, che già offre altri suoi testi nella sezione dei pdf “Scaricabili”. È anche questa una sperimentazione attiva sui versanti del visivo e del sonoro: del visivo, perché la parola viene messa in evidenza come immagine, soprattutto grazie ai grandi caratteri maiuscoli, e la pagina stessa è percorsa da spaziature e da separazioni (le righe di puntini). Tale aspetto visuale, che colpisce davvero, come suol dirsi, “al primo sguardo”, è in realtà nello stesso una indicazione performativa per la lettura a voce, una sorta di spartito. Particolarmente rilevante è, nel testo, il lavoro sui significanti (che unisce o separa anche il corpo della parola), il gioco verbale e la pulsione ritmica che rimanda all’immagine del treno («la suggestione delle rotaie suggerisce il movimento») e del resto un suo testo precedente s’intitolava, non a caso, Il trenorale. Continua a leggere Antonio Amendola, “Variegata”

Giorgio Moio va “al fronte”

Poesia visiva e poesia lineare si possono disporre in un chiasma. Da un lato la poesia visiva utilizza come materiali parole e lettere incentivandone il valore grafico e magari ritagliandole come materiali visivi tra gli altri da assemblare in collage; dall’altro lato la poesia lineare può non esserlo poi tanto – lineare, dico – e spostare le sue linee in modo da occupare diverse posizioni, lasciare spazi bianchi, operare sui caratteri, e così via. Entrambe le operazioni sono unite dall’intenzione di strappare il lettore dalla consueta e abitudinaria percezione del linguaggio.
Di un simile chiasma approfitta da par suo Giorgio Moio nella recente pubblicazione di Testo al fronte, edito da Bertoni sul finire dell’anno appena terminato. E l’affrontamento cui allude il titolo è realizzato per l’appunto mediante l’alternanza di poesia visiva e poesia lineare che – con le interferenze che si sono dette – si danno il cambio rispettivamente alle pagine pari e a quelle dispari. Continua a leggere Giorgio Moio va “al fronte”

Fontana si fa in 4

A conferma di una “piena” attività, vitalissima e aperta su tutti i fronti, Giovanni Fontana ha pubblicato nel periodo recente, tra fine 2021 e il corrente anno, ben quattro libri, di diverso tenore e provenienza, ma tutti di forte spessore rappresentativo.
I titoli: Hic (Bertoni, novembre 2021) nella collana di Giorgio Moio con introduzione dello stesso, dedicato alle tavole visive; je sens [donc je son (Cipm & Dernier Télégramme, dicembre 2021) con prefazione di Barbara Meazzi, testo bilingue francese/italiano di sento [dunque suono, da una performance alla Mostra di Marsiglia; l’antologia Giovanni Fontana un classico dell’avanguardia (Agenzia X, marzo 2022), a cura di Patrizio Peterlini e Lello Voce, che aprono il libro con un interessante dialogo teorico, lasciando poi spazio ad un’ampia raccolta della critica sull’autore, edita e inedita; e infine Inventario (Milella, aprile 2022), con le introduzioni del curatore di collana Salvatore Luperto e di Carlo Alberto Augieri, cavalcata a suo modo autobiografica attraverso le fasi della formazione, maturità e sviluppo del poliartista.
La quantità di produzione corrisponde indubbiamente alla alta qualità di un autore che si muove tra poesia sonora e visiva, testo lineare, performance e quant’altro. Davvero un problema per il recensore, che dovrà a sua volta, “farsi in quattro”… Continua a leggere Fontana si fa in 4

Corporeità e densità nella poesia di Giovanni Fontana

L’opera di Giovanni Fontana si è affermata ormai come una delle direzioni principali della poesia italiana contemporanea, innanzitutto per l’estensione dei mezzi – performance con sbocchi teatrali, poesia sonora, poesia visiva e una costante produzione di poesia lineare o semi-lineare (quasi in funzione di spartito) – e per la portata internazionale e relativi riconoscimenti; ma anche per maturità e intensità espressiva teme ben pochi confronti. Notevole anche per costanza e continuità: escono a stretto giro le tavole verbovisive di Paysages, edite dalla Fondazione Bonotto con l’introduzione di Eugenio Miccini e le poesie de Il corpo denso, prefate da Barbara Meazzi, per i tipi dell’editore Campanotto, che conferma la sua meritoria attività di promotore della ricerca più avanzata. Continua a leggere Corporeità e densità nella poesia di Giovanni Fontana

Le “discrasie” di Giovanni Fontana

Giovanni Fontana, portacolori della poesia verbovisiva, straordinario performer e vocalista ma anche autore di una vasta produzione visuale, nell’ultimo periodo ha elaborato ‒ come poeta “lineare” ‒ un suo particolare stile, anzi, per meglio dire, un suo particolare ritmo. Lo attesta e lo precisa questa recente raccolta, Discrasie, pubblicata nella collana di Entroterra per Novecentolibri, accompagnata da uno scritto critico di Marcello Carlino.
Di che ritmo si tratta? Che il testo sia o no scandito da barre che sostituiscono l’a capo del verso tradizionale, è comunque costituito da un flusso verbale sostenuto da ripetizioni: spezzoni di metrica, rime, assonanze, riprese e quant’altro contribuisca a creare un ambiente cadenzato che diventa una vera e propria sfida al rap. Continua a leggere Le “discrasie” di Giovanni Fontana