Archivi categoria: Special Guests

Avanguardia permanente e sabotaggio barocco

Dal Lab-Oratorio Poietico di Carmine Lubrano è uscito, con data gennaio 2023, un nuovo quaderno sulla Avanguardia permanente intitolato  Il sabotaggio barocco. In proposito, ricevo e pubblico volentieri questo intervento di Giulia Savino.

Amor Osa il trobar clus con la maraviglia della parola più bella
Amor Osa il sabotaggio barocco e da Leporeo ai Neapolitani
in vulva burrea ( Villa per Burri ) in verbarebus e la Sibilla
dall’antro : “ Jatevenne ! … “ disse

E se qualche anno fa Muzzioli scriveva : “ Lubrano si fa in tre
per l’Avanguardia “, per il nuovo anno , ecco che Lubrano si fa
in quattro e sempre per l’Avanguardia e con i botti ed i fuochi
pirotecnici , le lave incandescenti delle sue pubblicazioni :

e così il quarto volume del Lab-Oratorio
“L’Avanguardia Permanente”, dal titolo :“ il sabotaggio barocco”
scritta stampata in giallo paglierino, che campeggia in alto di
una copertina sontuosa e sensuale, calda ed accogliente e bella ,
bella assai ( bella come la rivista – TERRA del FUOCO – che
Marzio Pieri ci diceva : la più bella ).

Continua a leggere Avanguardia permanente e sabotaggio barocco

Amendola sulla “poesia sonora”

Ricevo e pubblico volentieri questo nuovo intervento di Antonio Amendola.

POESIA SONORA E FORMA-CANZONE

Entrambe queste due pratiche della voce hanno molte analogie pur rispettando una vocazione d’avanguardia la prima, e invece popolare la seconda. Si caratterizzano dal primo momento per una connessione che attraversa la voce la scrittura e la musica. come elementi che possono sedimentare nuove possibilità. La poesia-sonora si può realizzare anche attraverso un concetto una parola oppure una stratificazione di-versificata che attraversa una musica sperimentale o di improvvisazione, connotandosi per un feedback costante tra i tre elementi. Continua a leggere Amendola sulla “poesia sonora”

Pignotti su “Finzioni” di Giorgio Moio

Lamberto Pignotti riserva a “Critica integrale” la sua recensione al recente libro di Giorgio Moio.

Per Giorgio Moio, Finzioni – Interviste fantasma

«Se lo avessi voluto dire, l’avrei detto», disse André Breton a chi gli aveva chiesto di cosa trattasse una sua poesia surrealista. Bene. Giorgio Moio glielo fa dire.
«Di cosa si tratta?… Niente meno che di ritrovare il segreto di un linguaggio i cui elementi cessano di comportarsi come relitti alla superficie di un mare morto».
È una delle risposte falsamente autentiche e autenticamente apocrife che Moio, nelle sue Finzioni. Interviste fantasma fa dare a 49 personaggi gustosamente piluccati fra le più eterogenei delle categorie: letteratura, arte, filosofia, teatro, musica, politica… Continua a leggere Pignotti su “Finzioni” di Giorgio Moio

Amendola: Voce pre-verbale/verbale/post-verbale

Collaboratore assiduo di Critica integrale, Antonio Amendola prosegue con questo articolo la sua ricerca sulla voce e la poesia sonora. 

Voce pre-verbale/verbale/post-verbale

Scrivendo queste “pillole” sulla vocalità in rapporto alla scrittura mi sono accorto che parlare della voce è un non-gesto, un movimento da verso lo spazio circostante una rappresentazione della voce, una simulazione del gesto-vocale-muto e non la voce stessa che produce il corpo con le sue fluttuazioni, imperfezioni, interferenze. Continua a leggere Amendola: Voce pre-verbale/verbale/post-verbale

Contiliano: Configurazione bolscevica militante

Volentieri pubblico un nuovo intervento inviatomi da Antonino Contiliano che ringrazio per la sua preziosa collaborazione.

Configurazione bolscevica militante
la poesia

Se l’arte ha un rapporto con la verità, e questa è configurazione testuale sempre finita e in divenire, allora anche la sua verità, come fatto proprio (singolare) dell’arte, delle regole e degli elementi dell’insieme che gli sono propri (irriducibile ad altre verità: scientifiche, politiche, amorose), è infinità immanente evenemenziale (non c’è la Verità di cui una verità è incarnazione). Infinità di forme finite (l’infinito a partire dal finito e non viceversa), la verità dell’arte e della poesia (il fare, il poiein) inoltre, legata al divenire evenemenziale non strutturato, è simultaneamente coestensiva al fare stesso dell’arte. È impossibile – scrive Alan Badiou – «affermare che l’opera d’arte sia al contempo una verità e l’evento che la origina. […] In linea di principio, un’opera d’arte non è un evento, ma un fatto dell’arte, ciò di cui la procedura artistica è intessuta. Un’opera d’arte non è nemmeno una verità. Continua a leggere Contiliano: Configurazione bolscevica militante

Pignotti molto prima

In merito al recente dibattito sulla “fine della critica” suscitato sul “Venerdì” di “Repubblica”, la cosa migliore mi è parsa l’idea di riprendere un intervento di una trentina di anni fa: come dire, “ve ne accorgete solo adesso?” Era il 1993 e il Premio Feronia al suo secondo anno di attività, nel mentre premiava Sanguineti per la poesia, delli Santi per la narrativa, Adonis e Zach insieme come autori stranieri, decideva di non assegnare il premio per la critica militante. Le motivazioni erano espresse a chiare lettere da questo articolo di Lamberto Pignotti su “Paese Sera”, che qui ripubblico con molto piacere con il consenso dell’autore.

IL GIUDIZIO DI REGIME
Manca in Italia la figura del critico militante

Ma quel personaggio che per abitudine viene chiamato “critico militante” esiste veramente o no?
Forse per esistere nel nostro paesaggio dovrà aspettare che qualcuno lo raffiguri, come è successo alla nebbia di Londra che, come ha detto Oscar Wilde, non c’era prima che Whistler la dipingesse…
Sta di fatto che il critico militante, quel critico che dovrebbe tempestivamente pronunciarsi sulle opere letterarie degne di una qualche attenzione che via via vengon pubblicate, appare a prima vista, qui in Italia, sempre più nebbioso. Poi, sforzandosi ben bene gli occhi, egli si rivela trasparente, e di fatto inesistente. Continua a leggere Pignotti molto prima