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Il tacchino di Joyce

Sollecitato dall’anniversario, mi sono messo a tradurre le poesie di Joyce, poco note e in particolare le ancor meno note poesie d’occasione, prevalentemente a rime baciate. Come antipasto, edito qui il testo ispirato da un aneddoto: invitato a casa si amici parigini per il Giorno del Ringraziamento si scoprì che il tacchino, a causa di un incidente lungo il tragitto, era rimasto senza fegato. Nel testo, datato 1937, Joyce immagina che sia il tacchino stesso, in prima persona, a raccontare la sua disavventura. 

MONOLOGO DI UN TACCHINO NEL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO

Siorre e siorri venghino, su venghino alla lesta
vi narrerò la sorte di un giorno di gran festa:
Madama mi presceglie per abbellir la mensa
e il pollarolo adornami con una cura immensa. Continua a leggere Il tacchino di Joyce

Micromance di Antonio Amendola si può leggere su Critica integrale

“Critica integrale”, nel suo piccolo provvede ad editare. Ospita oggi in formato PDF nella sezione Gli scaricabili, il testo Micromance di Antonio Amendola. Amendola è autore che i “seguitori” di questo sito conoscono, avendo collaborato più volte con interventi sulla sonorità e sulla voce. È un autore davvero poliedrico, esperto di musica elettronica, di poesia sonora, di performance e attivo anche nella scrittura, vedi le pubblicazioni: Vocalisia, Il trenorale, Materiali e forme di scritture sonanti, L’uomo senza macchina da presa, Labiale.
Si tratta, anche nel caso di Micormance, di un lavoro originale che, oltre a sottolineare i valori della composizione grafica come equivalente della pronuncia e della sillabazione, produce interessanti intersezioni semiotiche tra linearità e figurazione, parola e immagine, suono e silenzio, in un progetto di unione delle arti attraversato da forte tensione. Continua a leggere Micromance di Antonio Amendola si può leggere su Critica integrale

Antonio Pinto, il poeta giullare

Il 9 novembre nel primo pomeriggio è scomparso Antonio Maria Pinto, dopo una lunga malattia e l’intervento finale del contagio di Covid. Antonio aveva al suo attivo una consistente produzione di versi, che si può leggere riunita nell’edizione di Tutte le poesie, pubblicata da Oèdipus nel 2018, dove si trova anche anche un consistente apparato critico sull’autore. La sua poetica era fondata sulla ripresa attualizzante del comico-giullaresco spesso attraverso la favolistica allegorica (con animali protagonisti) e la satira di ogni pretesa di superiorità e supponenza. Una operazione ricca di molteplici esperimenti e acrobazie formali e di una ricerca lessicale di incredibile vastità. Materiali e letture su Antonio si trovano in questo sito sia nella sezione Autori che in Katakino. In attesa di riprendere e approfondire più avanti il discorso critico, la cosa migliore, in questo momento di perdita, mi sembra riportare in una minima antologia la sua “voce” poetica.

ALLEGRO DA PIDOCCHIO

Allegro da pidocchio
sbicchiero nella ciocca
del ciompo pifferaro:
gli rendo il suono avaro,
la nota storta e tocca,
il canto tutto un ticchio.

Canzonelletta lesta
sermona a questa testa,
strappale perpescenza
e schiaffaci scemenza.

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Un nuovo “scaricabile”: Varianti di scena

Concludo i festeggiamenti per i primo anno di Critica integrale inserendo nella sezione “Gli scaricabili” un nuovo elaborato. Si tratta del materiale che ho utilizzato nelle esperienze teatrali compiute con il Teatro di Porta Portese in questi ultimi anni ed esattamente per i titoli 1933 e La tempesta spaziale, più un Doppio Faust che avrei voluto presentare quest’anno se non fossero intervenute le chiusure che ben conosciamo. All’ultimo momento ho incluso anche un “Otello rovesciato” (Holletoh) completamente nuovo. Il titolo complessivo è Varianti di scena.
Si tratta in generale di riscritture, tuttavia fondate sulla parodia di abbassamento di tipo polemico (non quella “bianca” e neutra del postmoderno) e basate in modi diversi sull’inserimento straniante del linguaggio della poesia.

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Un anno di Critica integrale

Cade in questi giorni il primo anno di Critica integrale.
Le statistiche (ma saranno vere?) inducono all’ottimismo. Buono il numero di visualizzazioni e dei documenti scaricati, perfino durante le vacanze visitatori si sono sempre affacciati su queste pagine!
Alto il numero degli articoli che sono usciti ogni mese (qualcuno, anzi, lamenta che sono troppi e non si riescono a leggere tutti!) e forte il successo degli amici collaboratori ospitati.
L’interesse è desto (sempre secondo le statistiche fornite dalla piattaforma) in varie parti del mondo.
Non c’è che da essere soddisfatti e festeggiare, innanzitutto ringraziando di cuore tutti coloro che hanno condiviso in un modo o in un altro questa iniziativa.

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Wladimir Krysinski, il critico globale

Wladimir Krysinski si è spento nella notte tra il 17 e il 18 settembre scorso. Era nato in Polonia nel 1935, poi era espatriato in Canada, dove ha insegnato all’Università di Montréal. Nel corso degli anni ha anche viaggiato spesso per convegni e per studi, da vero cittadino del mondo. Conosceva bene tutte le principali lingue europee, scriveva indifferentemente in francese e in inglese e i suoi libri sono stati abbondantemente tradotti. In Italia, in particolare, ricordo lo studio su Pirandello (Il paradigma inquieto, 1988) basato sulla convinzione che l’interpretazione dell’autore debba nascere da un inserimento nel reticolo dei rapporti internazionali e attraverso nozioni critiche altrettanto ampie. Prospettiva che si sviluppa nell’altro libro uscito nella nostra lingua, Il romanzo e la modernità (edito nel 2003 per Armando, nella collana diretta da Marina Guglielmi): raccolta di saggi su autori di lingue e culture diverse, tenuti insieme dall’intenzione di mostrare le diverse linee del romanzo nella situazione della modernità novecentesca.

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