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Anniversari sperimentali: Toti

Nel mese di agosto, “Critica integrale” offre ai suoi lettori incalliti – se proprio non riescono a farne a meno – quattro omaggi ai centenari di autori sperimentali che cadono in questo anno 2024. È oggi la volta di

GIANNI TOTI

PARADÒSSIDE PARADOXISSIMUS

che tipo intrano!
aveva stima di se stesso
perché di se stesso non aveva stima

stimatelo dunque perché si disistima
voi che vi stimate perché vi stimate

avrebbe avuto disistima di se stesso
se si fosse stimato uno che si stimava

sapeva che era un ordine altrui
quello di stimarsi

e si stimava perché
disobbediva disistimandosi

ma come fare per non stimarsi
a causa della disistima di sé?

impossibile forse e disfingeva anche
di disistimarsi e solo così
si disistimava davvero: per la finzione
della funzione della

20/08/2024

Una lettura del testo a questo link:

Ricerca e sperimentalismo trent’anni e passa addietro

Nella circostanza del centenario della nascita di Francesco Leonetti mi sono messo a scartabellare la sua quinta rivista, “Campo”, uscita dopo “Alfabeta” negli anni Novanta del Novecento. Così, nel numero-progetto datato 1990, ho ritrovato un mio intervento che avevo del tutto dimenticato, nel quale si parla di sperimentalismo e di ricerca letteraria. La cosa che più mi ha sorpreso è che – avendo rinunciato a fare concreti riferimenti agli autori di allora – l’analisi e le controproposte mi sono suonate straordinariamente attuali. Oggi avrei poco da aggiungere.

Sviluppi dello sperimentalismo letterario

Nella situazione attuale, la letteratura di ricerca si trova impegnata nel tentare percorsi di uscita dal blocco dominante dei prodotti di consumo. Anche ammettendo che una tradizione, cioè un sistema di retoriche vincolanti, non esista più (epperò processi di museificazione accompagnano pur sempre la mercificazione: basti vedere il frequente ricorso al valore del “classico” e del “grande stile”); resta il setaccio del mercato; il criterio della rapidità e comodità del consumo (facilità = vendibilità) omologa le scritture, potando i rami esuberanti ed eccentrici; e seleziona quelle ripetitive e riproduttive (con varianti solo combinatorie, non di struttura), in modo da trasmettere, immediatamente e senza equivoci i fantasmi ideologici. Continua a leggere Ricerca e sperimentalismo trent’anni e passa addietro

La neoavanguardia secondo Angelo Guglielmi

Nel trascorso anno 2023 mi ha stupito che l’anniversario del Gruppo 63 sia passato senza le polemiche che di solito l’accompagnavano. Luoghi comuni: si dice che non abbia fornito grandi opere; che fosse un modo per far carriera da parte di scrittori scarsi; che sia ormai lontano le mille miglia; che abbia contribuito a rovinare la letteratura fino ai bassi livelli di oggi… Non credo che queste opinioni negative abbiano smesso di circolare, ma può darsi che, effettivamente, a distanza di sessant’anni, ci si sia convinti che la neoavanguardia sia ormai passata in giudicato e convenientemente sepolta riposi in pace, inquadrata nella sua casella di storia come un incidente di percorso.
Ancora viva, invece, essa appare nelle parole di uno dei fondatori, Angelo Guglielmi, che la rievoca con allegria e brio nel libretto di Aragno, L’avanguardia in Bermuda, curato dal giornalista Carmelo Caruso e uscito poco dopo la scomparsa dell’autore. Un Guglielmi in ottima forma intellettuale, che gode ancora dello sconcerto provocato all’epoca nella compagine ufficiale della nostra letteratura e conserva ottima memoria dispensando particolari inediti, soprattutto sul convegno palermitano iniziale. Continua a leggere La neoavanguardia secondo Angelo Guglielmi

Tre accorgimenti per evitare la confusione

Fare attenzione alla parola “poesia”. Come niente quella parola si impanca con una iniziale maiuscola. Pensavate di pronunciarla in senso neutro, puramente tecnico (come versificazione, ovvero testo che va a capo) e invece no, viene recepita ormai in senso sostanziale, le antenne si tendono a captare il moto del sentimento, l’espressione intima, la lingua dell’anima, la purezza eterea e via sensocomuneggiando. Quante volte lo si sente dire? La poesia è un dono, ha a che fare con la grazia, con l’incantesimo, richiede un ascolto devoto per cogliere le sue sfumature, una ricezione nel raccoglimento e altre enunciazioni quasi tutte di sapore parareligioso.
Di fatto, la poesia è emarginata nel regno della comunicazione globale, è homeless senza casa (editrice), ma quella che resta in attività fattasi privata è essenzialmente del privato che finisce ad occuparsi, proprio del proprio privato – e si declina quindi consolatoria e compensativa. È l’“aura fritta”, come dice con calembour felice Felice Accame. Continua a leggere Tre accorgimenti per evitare la confusione

Seminario su Le ceneri di Gramsci di Pasolini

Ieri si è svolto il seminario dedicato a Le ceneri di Gramsci di Pasolini. Inserito nel programma sull’allegoria, l’incontro ha naturalmente sondato il testo sul rapporto tra allegoria e simbolo, che nel caso risulta piuttosto intrecciato ed oscillante, ma l’analisi è andata anche oltre, toccando il posizionamento nella situazione letteraria (Pasolini nella rivista “Officina”, la sua proposta di neosperimentalismo e la successiva polemica con il Gruppo 63), il contrastato rapporto con il lato “organizzativo” della politica (rappresentato da Gramsci e in generale dal Partito Comunista), l’adesione viscerale al sottoproletariato, cioè allo strato dell’umanità vergine, non produttiva, che circonda la città, inoltre il clima malinconico ed “elegiaco”, eppure il ritorno al mito e, di qui, di nuovo si viene alle questioni simboliche o allegoriche.
Per chi volesse ascoltare (o eventualmente anche scaricare) il seminario, inserisco qui la registrazione.

Con questo incontro terminano i seminari della LUNA per il 2020. Il prossimo anno dovrebbero riprendere a fine gennaio, con un nuovo programma attualmente in preparazione che verrà comunicato appena pronto.

26/11/2020

Politicità dello sperimentalismo: un intervento di Lamberto Pignotti

In risposta agli articoli su “Sperimentalismo” e “politicità“, ricevo questo intervento di Lambeto Pignotti, che pubblico volentieri. Che si apra il dibattito!

Non è raro, ed è anzi usuale, che quando si affrontano temi culturali e argomenti letterari in modo non proprio semplicistico e con qualche ripensamento, ci si trovi di fronte a reazioni di insofferenza o addirittura colpevolizzanti. C’è sempre qualcos’altro da fare, c’è sempre qualcosa di più impellente cui pensare. Chi se ne frega, ad esempio, della politicità della letteratura, di che cosa si intende con sperimentalismo, del giudizio di valore, del divenire dei rapporti culturali e sociali, eccetera, eccetera, dato che c’è la crisi economica galoppante, la situazione internazionale ingarbugliata, il terrorismo, la mafia, la droga, l’inquinamento, il coronavirus… Continua a leggere Politicità dello sperimentalismo: un intervento di Lamberto Pignotti