Nel mese di agosto, per gli irriducibili lettori di “Critica integrale”, offro lo svago di qualche anteprima del progetto Joking Joyce, che prevede la traduzione delle poesie giocose, satiriche e parodiche dell’autore di Ulisse. Testi poco noti e forse estemporanei, che sono andato a convertire in italiano con il mio metodo “folle”, cioè mantenendo al massimo possibile la metrica e le rime. Comincio con questa rielaborazione da Coleridge, dedicata a tutti i villeggianti in acque salate.
RITRATTO DELL’ARTISTA COME VECCHIO MARINARO
Ho incontrato un vecchio scrittore
girando nel mar dei pirati
le vele al veliero restavano a zero
del vento mancavan gli afflati.
John Bull e zio Sam con un segno
gli marchiaron di rosso la fronte.
Mi stupì del natante lo star traballante
con KO scritto sul ponte.
D’attorno al vecchio danzavan Shakespirito e soci
con passi fenomenali
gettando gli ultimi sghei come spettri di nei,
le perle che fan danno ai maiali.
Conti esosi trovava lo gnomo Norberto
nell’uscire alla fin ciucco tosto,
ma non c’era buon cuore per dar allo scrittore
di una scatola di prosperi il costo.
Tutti gridano shit! ha perduto la ship!
non potrà più andare per mare
e che stran lo smiccino dello scribacchino
con il miope occhio ad ammiccare.
Sognava distese di sabbie dorate
nel Lido dei Lidi il migliore
e vederle svanir era un grankapogir
fino a fargli uscir gli occhi di fuore.
Faceva acqua la stiva con ebbra abbondanza
e la zavorra pesava più e più
ma quel fesso tranquillo agitava il vessillo
sfondo bianco con strisce blu.
La lingua anelava con sete da drago
a un fiume di soda col brandy
non fosse il colore del naso in bollore
lo avresti scambiato con Gandhi.
Perché USA e giapponi gli han distrutto i bastioni
ora appeso alla poppa è a mollo
mentre crescon le pene un albatros tiene
avvolto attorno al suo collo.
1932. Se Joyce aveva già scritto il ritratto dell’astista da giovane, qui è al lato opposto, con l’artista da vecchio, per la precisione “vecchio marinaio”. Il “vecchio marinaio” è chiaramente derivato dalla famosa ballata di Samuel Coleridge The Rime of the Ancient Mariner, della quale Joyce riprende il ritmo delle quartine: «It is an ancient Mariner, / And he stoppeth one of three. / By thy long grey beard and glittering eye, / Now wherefore stopp’st thou me?», ma ne abbassa il tono con una buona dose di autoironia: lo scrittore è uno “screbelleer” (scribacchino), è un vecchio pirata (si pensi alle foto dell’autore con la benda sull’occhio) dalla barca scassata ormai in disarmo.
Il testo contiene molte allusioni, non solo ai problemi di vista: Bull e Sam sono John Bull e zio Sam, cioè Inghilterra e Stati Uniti che hanno proibito l’Ulysses; “Shakefears & Coy” è riferito alla libreria Shakespeare & Co. di Sylvia Beach che per prima lo aveva stampato ; i danneggiamenti di “Yanks and Japs” sono le edizioni “pirata” (ecco che torna il mare di pirati in cui tocca navigare!) pubblicate in USA e Giappone; infine l’“albatros” sul collo non è soltanto un omaggio alla simbolica creatura della ballata di Coleridge, ma vuole anche essere un ringraziamento alla casa editrice Albatross Press che nel 1932 si era presa in carico la pubblicazione di Ulysses.
05/08/2021
Malgrado la rima venga spesso snobbata e trattata come anticaglia da vecchia attrezzeria poetica, bisognerà pure ammettere la sua forte valenza a torcere il linguaggio verso modalità impreviste…
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