Il ciclo di seminari della LUNA dedicato al romanzo anomalo si è concluso con una seduta volta a tirare le somme dei precedenti incontri e a discutere in generale il problema di una narrativa “non allineata”, sia nell’ambito della storia del romanzo che a proposito dell’interrogativo sulla situazione attuale della letteratura.
Chi volesse ascoltare l’intero dibattito lo trova caricato qui:
Ci si è interrogati in particolare su che cosa costituisca l’anomalia nel campo della narrativa. All’idea di uno spirito negativo che cancella questa o quella impostazione usuale intervenendo in modi inediti sulla trama, sul personaggio o sull’unità della rappresentazione (metaromanzo), ecc. si è accompagnata l’idea di una esplosione positiva di creatività plurale, che il romanzo codificato comprime sotto le sue norme e si suoi standard. Da questo secondo punto di vista il romanzo appare anomalo fin dalle origini della modernità (Rabelais, Cervantes), libertario, misto e molto sregolato se si confronta con i canoni che legano la poesia. Nel dibattito, la composizione “normale” (oggi normativa nelle politiche editoriali vigenti) è stata vista come “metafisica” (coerenza del mondo possibile, centratura sul personaggio principale, arco evolutivo) ed è stato sottolineato il nesso di tale composizione dell’immaginario con gli interessi economici dominanti. Si è parlato anche di “trasgressione” riguardo ai testi che modificano dall’interno le strutture narrative. E si è discussa la funzione dell’empatia – cioè dell’immedesimazione nel personaggio – che non funziona più nel caso del romanzo anomalo, il quale richiede piuttosto una partecipazione critica.
Per quanto concerne l’attualità, la diagnosi è ovviamente pessimista, nel romanzo in commercio l’anomalia è al lumicino, sebbene una finzione consapevole e dinamica risulti oggi di vitale necessità.
24/06/2021