È in rete il nuovo numero della rivista “Malacoda”, che già più volte ho segnalato da questa postazione, essendone anche tra i collaboratori assidui. Questo è il terzo numero del VII anno della “Webzine di lotta letteraria e culturale, per una riforma intellettuale e morale”, come recita l’intestazione. Bisogna dare atto al direttore Mario Quattrucci di avere perseguito, ormai in un arco di tempo piuttosto lungo, una iniziativa aliena dalle mode e, si può ben dirlo, controcorrente. Il taglio di questa rivista, che si adatta alla rete, sì, ospitando contributi meno lunghi della misura del “saggio” propria di una rivista cartacea, ma più lunghi e impegnativi di un semplice articolo da blog, nello stesso tempo mantiene l’idea del periodico novecentesco, basato su “numeri” complessivi editati a distanza di tempo (non un sito con pubblicazioni random). Un indubbio segnale di resistenza.
Anche questo numero tiene fede alla convergenza, propria della rivista, di discorso politico e discorso letterario, così pure di discorso critico e testualità creativa. In particolare adesso si apre con alcuni interventi un dibattito attorno all’anniversario dantesco. Diversamente dall’ottica celebrativa prevalente che confonde tutto nella magnificazione del genio sublimandone il percorso in vaghezze sovrumane, Dante è ben piantato nella storia e nella materialità e viene letto, qui, nella prospettiva militante del nostro presente.
D’altronde una rivista intitolata a “Malacoda” non poteva trascurare l’anniversario del poeta da cui deriva il suo nome, pescato tra i diavoli più tosti di una bolgia tra le più dinamiche dell’Inferno. Altrettanto la rivista vuole animare il dibattito e la polemica, togliere pigre certezze e rimettere in corso le “forme di lotta” ingiustamente disattese, in politica come in letteratura. Buona lettura.
09/06/2021