“Intecchito” è una parola quasi inesistente. Io l’ho usata una volta, ma sbagliando la grafia ho scritto “intechito” (forse per analogia con “incotechito”). “Intecchito” con due “c” risulta essere di origine popolare toscana, ma è assente da quasi tutti i dizionari, anche i più voluminosi ed esimi. Indica l’atteggiamento di una persona irrigidita con il collo un po’ rientrato nelle scapole, i movimenti impacciati. Che di recente un premier si sia presentato in modo da richiamarmi alla mente questo termine così poco frequente, merita qualche riflessione. Dopo tanti personaggi “sciolti”, piacioni e desiderosi di apparire alla mano, a bucare come suol dirsi il dio video magari raccontando barzellette o dispensando battutine con qualche bell’ammicco, sembrava ormai passata in contrassegno dell’epoca nostra la figura del politico disinvolto. E invece…
Che cosa sta succedendo? Escludo subito che si tratti di un fatto rivoluzionario (molti altri indici sono assolutamente conservatori) e neppure una conseguenza della serietà della pandemia. L’intecchimento è qualcosa di diverso dalla serietà. La cosa potrebbe rubricarsi semplicemente nell’ordine delle possibilità: dopo aver provato con tutte le altre maschere, ce n’era rimasta ancora una non utilizzata, che forse si riteneva inutilizzabile; allora, un certo punto, perso per perso, proviamo l’Intecchito, perché no? Non si sa mai. Fusse che fusse.
E lo si potrebbe salutare con simpatia, magari, dopo tante prese per il sedere dai tempi del ben noto Cavaliere per antonomasia, con tutti i suoi avatar di poi seguenti e presenti. Con simpatia e con la speranza che la politica, almeno per un poco, non la si faccia su Facebook e su Twitter. Tuttavia non è da credere che, nella società cosiddetta “fluida”, il potere si sia intecchito, dovremo ancora stare assai in guardia dai possibili camuffamenti e dalle metamorfosi dei salvatori del giorno.
Che poi forse c’è un’altra, più semplice, spiegazione: quella dell’intecchimento fulminante. Al nostro personaggio in un attimo di chiaroveggenza non guastata dagli allettamenti sociali e dalle sviolinate del consensus omnium gli deve aver attraversata la mente l’entità del debito che è chiamato a ripianare e d’un subito ha veduta riflessa nell’occhio della camera come in uno specchio la degradante ciurmaglia politica che imbarcò. Tutto d’un botto è preso dal panico, legge svogliatamente senza capire quello che il gobbo gli detta, gli occhi gli si fanno vitrei e inespressivi, circondati da profondissime occhiaie, la testa s’infossa nelle spalle, le braccia gli si bloccano lungo i fianchi come rami secchi o remi sugli scalmi, il corpo si contrae impalato tal che sembra sputato quello di una mummia. Ed ecco s’evoca in quell’istante dal nulla alla memoria una parola da tempo dimenticata: è intecchito!
13/03/2021
E già… l’attecchimento dell’intecchimento sembra essere il contrappasso a tanta disinvolta canaglieria… non mi stupirei che toccasse anche al segretario di partito prossimo venturo che di magagne ne deve aver già previste abbastanza. Verrebbe da pensare che il Premier, avvezzo a ben altri comandi su navi di grande stazza, si destreggi a occhi chiusi con un’imbarcazione di piccolo cabotaggio e modesta ciurmaglia. Però, è vero, più di qualcuno penso l’abbia visto raggelato davanti a uno schermo come a fissare lo sguardo della Medusa. Eppoi quest’ultima maschera chissà che non celi la vera facies hippocratica. Nessuno, credo, vorrebbe stare lì al suo posto, neppure l’uomo forte del momento troppo spesso invocato. Perciò l’auspicio (che vale per tutti noi) è che da intecchito non passi a stecchito.
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