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Il ritorno delle “Anatre”

Tornano in libreria, grazie all’editore Argolibri, Le anatre di ghiaccio di Mariano Baino, debitamente aggiornate e rimpolpate. Si tratta di un libro decisamente eccentrico e di difficile classificazione – forse Frye lo metterebbe nel quarto tipo di prosa, l’anatomia. Data la brevità della maggior parte dei brani, sembrerebbe una raccolta di aforismi, però però c’è di molto altro, giochi di parole, parodie, aneddoti, citazioni, riflessioni, allegorie, testi in versi. L’autore, che ci ha abituati sia in poesia che in prosa a comportamenti inusuali e ricchi di “spirito”, va qui al massimo, regalando sorprese e vero divertimento (proprio nel senso del “divertere”, la deviazione dal senso comune). Continua a leggere Il ritorno delle “Anatre”

Andrea Inglese non fa storie come gli altri

Storie! Storie! È quello che il pubblico desidera, che vuole, che consuma con passione, una storia tira l’altra altrimenti se ne sente l’astinenza, le storie prendono, tirano e si vendono… La curiosità indiscreta del lettore comune (sebbene in diminuzione numerica perché attratto da ben altre “serie”) ne fa man bassa e tanto più se storie di dolore e sofferenza, aureolate dal fatto di essere prodotte da esperienze autentiche, patemi dell’autore stesso in carne ed ossa. Prendono, tirano e si vendono ancora le storie del soggetto familiare, teste l’ultimo Strega con uno del padre e uno della madre, così da non far torto a nessuno in par condicio. Siamo avvolti nelle storie (e anche la retorica politica ce ne racconta un sacco).
Mi ha incuriosito, allora, il titolo dell’ultimo libro di Andrea Inglese, Storie di un secolo ulteriore, edito da DeriveApprodi. Non solo il titolo generale, ma anche il titolo dei singoli brani (o raccontini) contiene la fatidica parola: Storia del giro, Storia con cadaveri, e via di seguito “storieggiando” fino alla fine. Che si sia convertito all’andazzo corrente? Ma da Inglese, poeta prestato alla narrativa e proveniente dall’esperienza “fuori dei generi” dell’antologia Prosa in prosa, dove sta proprio in prima posizione con i suoi Prati, c’era da aspettarsi qualcosa di diverso. E infatti. Continua a leggere Andrea Inglese non fa storie come gli altri

Joyce giocoso in libro

Già nell’agosto 2021 “Critica integrale” – che in quel mese faceva vacanza e però intanto intratteneva i suoi lettori con qualche bubbola – aveva presentato alcune traduzioni del Joking Joyce, il Joyce poeta giocoso (la più visionata è stata La terra desolata dalle zanzare). Bene, quella proposta era solo un piccola scelta da un mio progetto più ampio di traduzione del Joyce poeta, limitatamente però ai componimenti “ludici”, di satira, parodia, nonsense e simili. Testi con contraintes di metrica e di rima: questo perché per me la traduzione deve rappresentare la sfida di riprodurre nella mia lingua gli stessi moduli dell’originale – un presupposto assurdo e impossibile che ho esposto in passato come la “follia del traduttore”. Il bello poi è, nel caso di Joyce, che i testi in questione sono per lo più occasionali, dedicati ad amici o nemici (alcuni li ho definiti “di rivalsa”), magari eseguiti sull’aria di canzoni popolari; dunque semi-dispersi e indubbiamente non elaborati per restare seriamente nella fama imperitura del classico. Tuttavia, a ben vedere, si tratta di uno spirito (detto in vari sensi, compreso l’alcolico) che circola anche nei grandi capolavori, UlyssesFinnegans Wake, e a mio parere li innerva profondamente.
Il progetto è ora libro: James Joyce, Rime parodiche e giocose, pubblicato dall’editore Lithos. Continua a leggere Joyce giocoso in libro

Joking Joyce: la terra desolata dalle zanzare

Continuano le anticipazioni della ricerca dedicata al Joyce giocoso e parodico. In questo caso è in vacanza in Francia e incontra inconvenienti che non auguriamo a nessuno: pioggia e zanzare, per fortuna compensate dal buon vino.

A ROUEN, TERRA PIÙ DESOLATA

Rouen è il luogo più piovoso, deride
tutti gli impermeabili, intride
zuppe midolla in ossa infradiciate.
L’inverno ci annaffiò verso Le Mans.
Nostro hotel a Niort era Uva di Borgogna,
ma i torchi del Signore tuonarono sull’uva di Borgogna
e noi smammammo, che scalogna!
         (svelto, Joyce, non tardare!) Continua a leggere Joking Joyce: la terra desolata dalle zanzare

Joking Joyce: ritratto dell’artista da marinaio

Nel mese di agosto, per gli irriducibili lettori di “Critica integrale”, offro lo svago di qualche anteprima del progetto Joking Joyce, che prevede la traduzione delle poesie giocose, satiriche e parodiche dell’autore di Ulisse. Testi poco noti e forse estemporanei, che sono andato a convertire in italiano con il mio metodo “folle”, cioè mantenendo al massimo possibile la metrica e le rime. Comincio con questa rielaborazione da Coleridge, dedicata a tutti i villeggianti in acque salate.

RITRATTO DELL’ARTISTA COME VECCHIO MARINARO

Ho incontrato un vecchio scrittore
girando nel mar dei pirati
le vele al veliero restavano a zero
del vento mancavan gli afflati.

John Bull e zio Sam con un segno
gli marchiaron di rosso la fronte.
Mi stupì del natante lo star traballante
con KO scritto sul ponte. Continua a leggere Joking Joyce: ritratto dell’artista da marinaio

Il significato della parodia

Il significato della parodia è di essere un controcanto.
Non a caso si esercita soprattutto nei confronti dei capolavori, cioè delle opere che la cultura pone sul piedistallo e che si ritiene debbano essere ammirate da tutti, senza distinzioni né discussioni. La parodia ha bisogno di esercitarsi sul molto noto, perché altrimenti rischia di non essere percepita come tale: deve prendere un modello che tutti conoscono e trattarlo (ri-scriverlo, ri-produrlo) abbassandolo. Prendere il sacro per dissacrarlo. Prendere la Gioconda e disegnarle i baffi (vedi Duchamp); uno sberleffo da monelli, che tuttavia mette bene in evidenza lo spirito anti-accademico . È un po’ come il buffone del re, che ha dispensa di deriderlo.
Noto subito alcuni corollari: non rispettando i valori del gusto, la parodia dà prova di una certa insensibilità, oltre che di irriverenza e mancanza di riguardo verso gli idoli (non ottempera a quello che Benjamin chiamava il valore cultuale dell’arte). Inoltre, inutile dirlo, però va sottolineato, è manifestamente un testo secondario, che deriva da uno precedente e non esisterebbe senza quello, perciò imputabile di parassitismo. Infine, nel suo processo di abbassamento compie necessariamente una trasposizione del testo-base (quindi è citazione e insieme deconstestualizzazione). Continua a leggere Il significato della parodia