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Tutto Giuliani

È uscito il volume con tutte le poesie di Alfredo Giuliani. S’intitola semplicemente Poesie. È stato curato dagli esperti Luigi Ballerini, Federico Milone e Ugo Perolino. L’editore è Marsilio. Comprende, naturalmente tutte le edite, partendo dalla precedente edizione feltrinelliana Versi e nonversi e proseguendo con le raccolte della seconda fase, Ebbrezza di placamenti e Poetrix Bazaar. Poi sono state reintegrate le poesie della primissima raccolta, Il cuore zoppo, non più ristampate, come pure le varie poesie sparse e disperse (ad esempio quelle date ai libretti di artista di Cosimo Budetta e anche quelle inserire nell’“Almanacco Odradek”, curato a suo tempo da me con Lunetta e Sproccati). Non basta: sono aggiunti testi inediti tratti dalle carte del Centro Manoscritti di Pavia e vi si trova, tra le altre cose, quel testo a più mani che si situa all’origine dei Novissimi,  scritto con Balestrini e Porta come reazione a una retrospettiva di Schwitters. In mezzo al volume, spiccano le riproduzioni vivacissime delle poesie visive, stampate su carta patinata. Insomma, un’opera che più omnia non si può. Continua a leggere Tutto Giuliani

Giuliani ci invita al festino dei libri

Già annunciata lo scorso anno nel corso del convegno di Pescara, esce ora da Adelphi la postuma raccolta di saggi di Alfredo Giuliani, intitolata La biblioteca di Trimalcione, per la cura di Andrea Cristiani. È un grosso volume di quasi 400 pagine, già progettato dall’autore utilizzando gli articoli comparsi sui quotidiani come aggiunta e integrazione ai precedenti libri di critica, Immagini e maniere, Le droghe di Marsiglia e Autunno del Novecento.
I motivi del titolo sono spiegati dall’autore proprio nel pezzo dedicato al Satyricon: durante il vanto delle sue proprietà, Trimalcione afferma di avere tre biblioteche, un greca e una latina. Si tratta dell’errore di un arricchito così ignorante da non saper neppure contare, oppure – come preferisce intendere Giuliani – di un trasporto del «flusso logorroico» prodotto dalla «esilarante ingordigia del personaggio»? E spunta allora un analoga ingordigia nel campo della lettura: «Non sono forse così, abbuffate trimalcioniche, vuoti farciti di studiate leccornie, le nostre incessanti letture e le biblioteche personali che mettiamo insieme e sfoggiamo alla nostra mente avida di trangugiare polpa di chimere?»
Il libro è appunto un invito al “festino dei libri”, con preferenza per quelli sovrabbondanti, trasgressivi e bizzarri. Continua a leggere Giuliani ci invita al festino dei libri

I “Fifties” di Ugo Perolino

Ugo Perolino, nel suo libro La ricerca poetica da Quarta generazione a «Officina», editore Carabba, ci offre un quadro molto interessante della evoluzione letteraria negli anni Cinquanta del Novecento. Si tratta di un decennio forse meno brillante dei successivi Sessanta, forse ancora un po’ provinciale e tuttavia costituisce la transizione che porta a quelle soluzioni e a quel dibattito più avanzato. In particolare, al centro del periodo c’è la svolta “sperimentale” rappresentata dalle due riviste principali, “Officina” e “il verri”, che aprono – anche proprio con un cambiamento di termini – una nuova stagione. E c’è, d’altra parte, la crisi dell’impegno dopo il trauma dei fatti di Ungheria, che suggerisce un po’ a tutti una posizione più defilata e meno “organica” nei confronti della politica, da Barone rampante, per usare la felice allegoria di Calvino. Continua a leggere I “Fifties” di Ugo Perolino

Riconoscere Giuliani

Alfredo Giuliani è acquisito alla storia letteraria soprattutto per la sua introduzione alla antologia dei Novissimi, che costituisce una pietra miliare (e forse ancora una “pietra d’inciampo”) nella evoluzione della poesia italiana, posta com’è nel bel mezzo del Novecento. Introduzione, ma si dovrebbe dire al plurale “introduzioni”, perché la sua firma compare avanti a tutte le edizioni successive al 1961, comprese quelle della traduzione in lingua inglese. Segno che, di quel piccolo manipolo di cinque autori (gli altri, per chi fosse proprio ma proprio digiuno, erano Balestrini, Pagliarani, Porta e Sanguineti), era lui il baricentro delle diverse posizioni, un primus inter pares, ed anche – a mio parere – il critico più adatto a individuare una sorta di sensibilità comune. Come singolo autore, tuttavia, Giuliani non è molto trattato e forse la sua produzione è stata in qualche modo oscurata proprio da questa funzione di “portabandiera” che ha poi espletato anche in altre occasioni, ad esempio nell’incontro palermitano che apriva la stagione del Gruppo 63, era lui che – dopo il breve saluto di Luciano Anceschi – riceveva il compito di avviare il dibattito, definendone l’“orizzonte problematico”. Continua a leggere Riconoscere Giuliani

Il teatro della neoavanguardia

Notizie dall’America: è uscito per l’editore University of Toronto Press il libro di Gianluca Rizzo Poetry on stage. The theatre of the Italian neo-avant-garde. Il teatro della neoavanguardia italiana: che un libro su un nostro movimento artistico esca dall’altra parte dell’Oceano la dice lunga sulla miopia della critica indigena, che lo trascura dedicandogli, al massimo, qualche frecciatina sulla sua “desuetudine”. Rizzo invece ha esplorato l’azione del Gruppo 63 con ampio spazio e addirittura a partire da un aspetto apparentemente secondario e tuttavia rilevante come gli esperimenti di tipo teatrale, accompagnando l’indagine storica con la convinzione che i problemi cui rispondeva la neoavanguardia non sono poi molto diversi dall’oggi.
Il libro è organizzato in una serie di capitoli che riguardano: prima di tutto gli spettacoli degli autori del Gruppo 63 organizzati a margine delle iniziative collettive (uno spettacolo accompagnò proprio, nel 1963, il convegno fondativo di Palermo); poi il confronto con l’avanguardia teatrale dell’epoca (da Carmelo Bene a Ricci, a Quartucci, a Scabia: di uno spettacolo di quest’ultimo è l’immagine in testa a questo articolo); inoltre il libro procede a vari sondaggi sul teatro di Pagliarani (da un incontro con lui ha preso slancio la ricerca), di Porta, Giuliani, Celli; altri (interessanti approfondimenti riguardano i rifacimenti dell’Ubu roi e del Faust); e infine il libro si chiude con le interviste originali a Valentina Valentini, Pippo Di Marca, Nanni Balestrini e Giuliano Scabia.

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