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Sull’AI interviene Contiliano

Già gradito collaboratore di “Critica integrale”, Antonino Contiliano mi ha inviato un ampio saggio sul problema della Intelligenza Artificiale, che pubblico ben volentieri.

Antonino Contiliano, La cecità dell’AI

Nell’epoca della quarta rivoluzione della produzione industriale capitalistica tele-informatica, il capitalismo, sfruttando gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale – “AI” – con il suo linguaggio digitale ‘0 1’ (o numerazione discreta/finita, incorporata nel cervello elettronico dei moderni robot, capaci di tradurre e rispondere agli input verbo-scritti o quesiti posti dall’utente), ha fatto sparire la materialità del mondo-contesto e l’insieme delle variazioni sensoriali e logiche legate all’intelligenza situazionale e sociale dei soggetti umani che, variamente disposti, hanno corpo e carne abitati dalle parole senza confini precostituiti. Il linguaggio digitale, essendo un’esecuzione routinaria di istruzioni già predefinite da un programmatore, invece, è sempre un calcolo – computazione – scorporato, finito e compreso sempre tra due limiti, i valori discreti numerici ‘0 1’ (letti anche come falso/vero, chiuso/aperto, destra/sinistra, basso/alto…); sì che l’intelligenza del calcolatore è di fatto esclusivamente un’autoreferenzialità autoriflessiva segnaletica racchiusa in celle steccate, un linguaggio ad hoc, senza mondo. Continua a leggere Sull’AI interviene Contiliano

Ti lassa senza ciatu

Ricevo a firma di Giulia Savino questo intervento sulla poesia di Carmine Lubrano che pubblico volentieri.

TI LASSA SENZA CIATU

ti lassa senza ciatu come quando, quasi per caso, ti ritrovi, in una
sera d’estate, a baciare qualcuno/qualcosa che ti riporta il sapore
di un frutto antico, saporoso sì ma “ammalato” di nostalghie.
Si bagna, si tuffa in anfratti, in grotte e tra vicoli e piazze, tra suoni
e schiamazzi e nel riflesso della luna sull’acqua e ti lassa senza
ciatu la poesia di Lubrano, tra lo schiattare delle cicale, il suono di
un sax lontano e solitario e “nu ciuccio ca vola” al tramonto nella
tramontana. Continua a leggere Ti lassa senza ciatu

Avanguardia permanente e sabotaggio barocco

Dal Lab-Oratorio Poietico di Carmine Lubrano è uscito, con data gennaio 2023, un nuovo quaderno sulla Avanguardia permanente intitolato  Il sabotaggio barocco. In proposito, ricevo e pubblico volentieri questo intervento di Giulia Savino.

Amor Osa il trobar clus con la maraviglia della parola più bella
Amor Osa il sabotaggio barocco e da Leporeo ai Neapolitani
in vulva burrea ( Villa per Burri ) in verbarebus e la Sibilla
dall’antro : “ Jatevenne ! … “ disse

E se qualche anno fa Muzzioli scriveva : “ Lubrano si fa in tre
per l’Avanguardia “, per il nuovo anno , ecco che Lubrano si fa
in quattro e sempre per l’Avanguardia e con i botti ed i fuochi
pirotecnici , le lave incandescenti delle sue pubblicazioni :

e così il quarto volume del Lab-Oratorio
“L’Avanguardia Permanente”, dal titolo :“ il sabotaggio barocco”
scritta stampata in giallo paglierino, che campeggia in alto di
una copertina sontuosa e sensuale, calda ed accogliente e bella ,
bella assai ( bella come la rivista – TERRA del FUOCO – che
Marzio Pieri ci diceva : la più bella ).

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Amendola sulla “poesia sonora”

Ricevo e pubblico volentieri questo nuovo intervento di Antonio Amendola.

POESIA SONORA E FORMA-CANZONE

Entrambe queste due pratiche della voce hanno molte analogie pur rispettando una vocazione d’avanguardia la prima, e invece popolare la seconda. Si caratterizzano dal primo momento per una connessione che attraversa la voce la scrittura e la musica. come elementi che possono sedimentare nuove possibilità. La poesia-sonora si può realizzare anche attraverso un concetto una parola oppure una stratificazione di-versificata che attraversa una musica sperimentale o di improvvisazione, connotandosi per un feedback costante tra i tre elementi. Continua a leggere Amendola sulla “poesia sonora”

Pignotti su “Finzioni” di Giorgio Moio

Lamberto Pignotti riserva a “Critica integrale” la sua recensione al recente libro di Giorgio Moio.

Per Giorgio Moio, Finzioni – Interviste fantasma

«Se lo avessi voluto dire, l’avrei detto», disse André Breton a chi gli aveva chiesto di cosa trattasse una sua poesia surrealista. Bene. Giorgio Moio glielo fa dire.
«Di cosa si tratta?… Niente meno che di ritrovare il segreto di un linguaggio i cui elementi cessano di comportarsi come relitti alla superficie di un mare morto».
È una delle risposte falsamente autentiche e autenticamente apocrife che Moio, nelle sue Finzioni. Interviste fantasma fa dare a 49 personaggi gustosamente piluccati fra le più eterogenei delle categorie: letteratura, arte, filosofia, teatro, musica, politica… Continua a leggere Pignotti su “Finzioni” di Giorgio Moio

Amendola: Voce pre-verbale/verbale/post-verbale

Collaboratore assiduo di Critica integrale, Antonio Amendola prosegue con questo articolo la sua ricerca sulla voce e la poesia sonora. 

Voce pre-verbale/verbale/post-verbale

Scrivendo queste “pillole” sulla vocalità in rapporto alla scrittura mi sono accorto che parlare della voce è un non-gesto, un movimento da verso lo spazio circostante una rappresentazione della voce, una simulazione del gesto-vocale-muto e non la voce stessa che produce il corpo con le sue fluttuazioni, imperfezioni, interferenze. Continua a leggere Amendola: Voce pre-verbale/verbale/post-verbale