Lo dice Rossi-Landi

Qui però ci si deve rifare alle osservazioni più volte avanzate sulla enorme lunghezza del periodo da prendere in considerazione, a cominciare dal fatto che, se “la natura umana è la sua storia”, allora l’inizio di questa storia va inteso in termini di ominazione cioè del primo staccarsi degli animali umani dagli altri animali. Si risale ad almeno due milioni di anni fa: fin da allora han cominciato a formarsi i primi e più profondi rapporti fra uomini e natura nella rete dei rapporti fra uomini, fin da allora ha cominciato ad accumularsi un inconscio umano (e si comprende come, adoperando ‘storico’ in senso stretto, cioè sulla scala di una manciata di millenni, si sia sostenuto che l’inconscio non è storico).

Non ci si può dunque attendere alcuna reale modificazione sul periodo breve. Che una qualche modificazione radicale fosse subito operabile, è stata un’illusione spesso, generosa ma qualche volta, purtroppo, delinquenziale. È probabile che le applicazioni reali di una scienza globale dell’uomo possano cominciare ad affermarsi solo quando – attraverso chissà quali altri travagli – l’umanità si sarà unificata politicamente e ideologicamente. Quanti secoli ci date per questo: due, o venti, o duecento? Intanto, però, sembra utile muoversi sul terreno del riconoscimento della natura biologico-storica dell’uomo e della sua unità di coscienza e praxis, anziché perpetuare precedenti ideologie fondate su qualcosa di ipostorico (soltanto biologico) o di sovra-storico, che sono modi per ritardare ogni unificazione.

(da Ideologia)

07/09/2022

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