Nelle notti estive, non sia mai!, ma può capitare di svegliarsi alle albe per i versi dei gabbiani. Ma che verso fanno i gabbiani? Secondo il Joking Joyce fanno “quark”. Il nostro autore, però, non poteva prevedere che dal suo davvero illeggibile Finnegans Wake sarebbe uscito il nome di una particella della fisica subnucleare. Vedi cosa succede a giocare con le parole!
TRE QUARK PE’ O’ SEGNÙ MARCO!
Tre quark pe’ o’ Segnù Marco!
Certo che non sembrava proprio un barco
e certo ch’il su comprender non era vicino al varco
Ma o, Scricciaquila Onnipotente, non vorremmo esser giri nonché farco
per veder esto condòr gridare per la camicia allo scur’arco
e girar in caccia de su’ vestiti maculati in mezzo al parco?
Hohohoho, in muta Marco!
Tu sei il più stran pollaster vuoluto giù dell’Arca allo sbarco
e pensi d’essere gallo tu e monarco.
Orsù volier! o’ Tristy è il giovin sfrizzante primarco
che la spasserà e la passererà e l’alletterà e la sistremerà
né il piumaggio della coda mai rovinerà
e ’sto bel tipo sarà di successo e marchi carco!
Questo brano in versi si trova nel Finnegans Wake all’inizio del Libro II, 4, e rievoca la storia di Tristano e Isotta, che sarà poi commentata dai quattro vecchi. Il testo è dedicato al re Marco di Cornovaglia, che nella storia ha la parte del cornuto (un triangolo che ricorre spesso in Joyce). La scena è trasposta in ambiente ornitologico, mentre Tristano è abbreviato in Tristy.
Fondamentale è l’inizio, in cui il re viene appellato come “Muster” (via di mezzo tra il tedesco “muster”, modello, e un deformato “mister”, signore) e salutato con tre “quark”. “Quark”, nel mondo degli uccelli, riproduce il grido del gabbiano, che sembra molto simile a una risata. Insomma, il re tradito viene salutato, invece che con tre urrah, con tre sghignazzate derisorie, mentre più avanti gli si ricorda che è in arrivo Tristano, giovane spumeggiante, che farà alla bella un quadruplice servizio (“tread”, “wed”, “bed” e “red”). “Three quark” è anche assonante con “Three quarts”, tre quarti, ma soprattutto tre quartini, suggerendo una sfumatura enologica.
Ma Joyce non poteva sapere che quel “quark” avrebbe avuto un imprevedibile destino: è infatti il nome che lo scienziato statunitense Murray Gell-Mann, memore del Finnegans, darà alla particella da lui scoperta insieme a George Zweig nel 1964, cosicché il termine è entrato nel vocabolario della fisica contemporanea (adottato anche, presso di noi, da una trasmissione tv divulgativa).
Notevole, nel brano, la rima ripetuta -ark in pressoché tutti i versi, che ho provato a rifare ricorrendo a qualche forzatura.
26/08/2021