Antonio Amendola dedica a “Critica integrale” un nuovo intervento, di nuovo sul tema della voce, a lui caro in quanto poeta sonoro. La vitalità della voce rivendicata anche in tempi di distanziamento sanitario.
LA VOCE NELLA PANDEMIA
Una pandemia si caratterizza per la direzionalità dell’evento, la percorrenza lo stesso avviene, per il fare voce, però in questo caso viene svilita e offesa in quanto essendo legata al respiro, il fiato, la parola, il canto non ha più possibilità di esprimersi liberamente, anche una mascherina che ci protegge crea un’inevitabile interferenza, perché la voce si ascolta e si vede e si guarda nello spazio, la mascherina crea un ostacolo alla visione dei materiali pre-verbali che sono costituiti di gesto e suono (riso, pianto, sbadiglio eccetera), tutto questo accade, durante questo tempo, dominato dalla paura, dalla mancanza di libertà e dal controllo mentre invece la voce, esprime essenzialmente energia e liberazione.
In una pandemia il movimento avviene dall’esterno all’interno mentre invece la voce si caratterizza per un gesto dall’interno all’esterno un gesto di possibilità, la voce crea sempre movimento, una pandemia invece ci induce all’immobilità, alla restrizione, crea distanze insormontabili, la voce crea sempre senso di vicinanza, contiguità e condivisione Questo è il tempo dell’accelerazione, si vuole creare un modus che risolve problemi riferiti all’attuale fare che non sempre significa modernità. In questo tempo la voce subisce uno smacco, uno stacco, la voce si spinge nello spazio per ricrearlo, ma ha dentro di sé la necessità di variazione attraverso la molteplicità delle lingue di cui possiamo valutare il significato e le possibilità dei suoni che attraversano. Di certo si può dire che una pandemia attraversa il mondo, creando dipendenze e restrizioni mentre invece la voce nella sua molteplicità, arricchisce il senso attraverso il gesto vocale che si trasforma in sonorità, comunicazione, segnale, identità. La voce appartiene al mondo non alle conseguenze della sua dissolutezza, e del dissesto, la voce cammina non è mai ferma crea spazio mentre lo attraversa, semina possibilità e ritmo sempre in divenire.
10/04/2021