Proseguendo nell’esame dei problemi dell’ideologia, una delle modalità più frequenti che si incontrano nel dibattito al riguardo è quella che la considera come discorso falso. Menzogna consapevole, che si ritrova oggi nelle fake news, facilmente inseribili nel gran mare di internet; o menzogna inconscia, per così dire, nella “falsa coscienza”, indicata molto spesso nella tradizione marxista come luogo in cui s’installa l’ideologia. Falsa coscienza, o anche errato calcolo di interesse, come quello dello svantaggiato che confida in un governo destrorso. Il primo caso sembra più semplice: basta una verifica, un controllo dei dati in base a una oggettività condivisa o condivisibile. Il secondo è meno semplice: occorre una controdimostrazione capace di scalfire un convincimento a volte assai profondo e radicato. Continua a leggere Ideologia e menzogna
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Corone, ovvero la contemporaneità del non contemporaneo
Mary Shelley non è autrice soltanto del famoso Frankestein, modello di scrittura allegorica e fortunatissima invenzione di un personaggio, la creatura, che abita frequentemente la cultura di massa prendendo a prestito il nome del suo creatore; ha anche scritto più tardi, nel 1826, The Last Man, una distopia fantascientifica dove l’umanità viene sterminata dalla peste. La data fissata per l’estinzione totale è verso la fine del XXI secolo e quindi potremmo stare tranquilli ancora un poco e accontentarci provvisoriamente dei nostri virus e relativi vaccini.
Ma se ricordo questo romanzo semisconosciuto non è tanto per riportarlo alla realtà epidemica odierna; mi è ritornato in mente per un altro diversissimo motivo, all’atto della dipartita del Principe Consorte, cui la stampa anche fuori i confini inglesi ha dato grande rilievo. Ora, un aspetto che mi aveva sorpreso nella fantasia shelleyana è che, nella sua proiezione verso il futuro che avanza più o meno di due secoli e mezzo, la nostra autrice descrive, prima ancora della letale pestilenza, una Inghilterra che ha detronizzato di re e che discute animatamente sulla configurazione della repubblica. Anche se il candidato antimonarchico verrà sconfitto nella votazione della camera, il testo gli dà modo di sostenere una tesi semplice e chiara:
Mise a confronto lo spirito regio e quello repubblicano: dimostrò come l’uno tendesse a rendere schiave le menti degli uomini, mentre tutte le istituzioni dell’altro servivano a risvegliare anche nel più meschino tra noi qualcosa di grande e buono. Continua a leggere Corone, ovvero la contemporaneità del non contemporaneo