Dopo quello di Antonino Contiliano, pubblico l’intervento sulla poesia che mi ha inviato Giorgio Moio. Che stia nascendo un dibattito?
GIORGIO MOIO
Poesia come normalità o azzardo?
Il compito della poesia è stato sempre quello di ricercare qualcosa che non c’è (o non ci è dato – forse – sapere), un linguaggio della contraddizione, palinodico e giocoso, tragicomico, che non affabuli ma aggrovigli, che non addomestichi ma interroghi. Sul piano prettamente stilistico, un accumulo delirante di parole deliranti apparentemente giocose e comiche da scorticare, scardinare, aprire squarci, ogni qualvolta il risultato si avvii verso l’ovvio, non senza il gioco delle combinazioni. Una poesia come avventura nel mare della conoscenza per una mobilità linguistica che non prometta consolazioni, che non raggiunga mai la centralità di un qualcosa fatto passare per verità; mai patetica, né intimistica, né romantica, ma irriverente, demistificatoria, dissacrante per una fisica visione dinamico-allegorica del mondo, per un itinerarium corporis in mundum. Continua a leggere Giorgio Moio sulla poesia