“Malacoda” è di nuovo online!

Riprende le pubblicazioni online la rivista “Malacoda”, purtroppo orfana del suo creatore e animatore Mario Quattrucci, deceduto circa un anno fa. Quattrucci, scrittore in versi e in prosa nonché uomo politico, l’aveva fondata nel 2015 la sua webzine, come amava chiamarla con un pizzico di ironia, con l’intento di diffondere un discorso culturale a tutto campo che andasse dalla politica alla letteratura.
Ora, sotto la direzione di Alberto Improda e con un nuovo assetto redazionale, “Malacoda” torna nella rete, decisa a non farcisi “pescare”, ma – conservando la prospettiva aperta e plurale voluta dal fondatore – di attivare tutta una serie di iniziative che dovrebbero coprire un orizzonte ampio, sviluppandosi sia nel senso delle pubblicazioni cartacee, sia in quello delle iniziative pubbliche (ne sono state già attivate alcune), per animare il dibattito, in un momento in cui di riflessione su idee e pratiche sociali c’è fortemente bisogno, in una direzione di rinnovamento e di impegno a sinistra.

Il primo numero della nuova stagione, appena uscito, è dedicato alla “cattiveria”. È stato un atto dovuto alla stessa intestazione della rivista, intitolata per l’appunto a un diavolo dantesco delle Malebolge. L’argomento non era affatto semplice da trattare con l’ambivalenza necessaria, dato che nello stato attuale delle cose in tutto il mondo la cattiveria sembra essere appannaggio della destra reazionaria e sovranista. Ma ciò che Quattrucci intendeva, apponendo questo nome alla sua rivista, era una mossa straniante: contro i mali del nostro assetto sociale non è sufficiente il richiamo a doveri etici; è necessario uno spunto critico, in qualche modo dotato di astuzia diabolica, per forare la cortina fumogena delle comunicazioni di massa, dei social network, delle fiction seriali in cui siamo immersi e che sono ormai l’aria che respiriamo quotidianamente e che, volenti o nolenti, introiettiamo. Dobbiamo riuscire a capire che, dall’altra parte, non c’è solo la “cattiveria stupida” dell’individualismo edonistico, ma c’è una “logica ferrea” (la logica dello sfruttamento e del profitto privato) che la produce. E non sono soltanto quelle maldestre uscite del “patriottismo” o del “ceppo”, ma ci sono altre parole ben adulterate, tra cui, per dire, “popolo”, “libertà”, “bellezza” e molte altre. La “cattiveria” che ci piace è la necessità di insinuare la mala coda della critica e di fare distinzione dentro l’ideologia della confusione (si sa che il diavolo è nei dettagli…), passando a contrappelo ogni mito, siano pure quelli di sinistra. Questo il compito che “Malacoda” si assume, esercitando il confronto intellettuale e offrendosi anche come palestra per i più giovani.
È solo un inizio?

13/06/2023

1 commento su ““Malacoda” è di nuovo online!”

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