I seminari della LUNA hanno contemplato un incontro-dibattito con Cecilia Bello Minciacchi, pensato come conclusione del precedente ciclo sui metodi della critica letteraria. Cecilia Bello Minciacchi si è affermata ormai come una delle più convincenti operatrici nel campo della critica, all’opera sui testi difficili dell’avanguardia e dello sperimentalismo nonché espertissima della ricerca poetica del periodo attuale. Durante l’incontro, ha rivendicato con chiarezza e esaustività l’importanza dell’analisi testuale, prendendo le distanze dalle attuali derive (accademiche e non) di tipo biografico ed emotivo e affermando la passione, l’“emozione intellettuale” e persino il “divertimento” del rapporto ravvicinato con il testo.
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Il dibattito è stato molto ampio ha toccato vari punti. Particolarmente significative le indicazioni metodologiche emerse, nelle quali Cecilia Bello Minciacchi ha configurato una ermeneutica interpretativa che si giovi però del fondamentale apporto dell’analisi (di origine formal-strutturalista), cioè del rapporto con il dato “sensibile” del testo, in particolare la sonorità, gravida di sensi, e in generale con la retorica e la tecnica, presenti sempre e comunque nel linguaggio. Giovandosi degli opportuni riferimenti (Contini per lo stile, ma anche Sanguineti, Manganelli, Balestrini per l’attenzione al meccanismo verbale), l’autrice ha preso le distanze dalle odierne interpretazioni sentimentali ed empatiche della poesia. Altri argomenti affrontati: l’intenzione dell’autore, l’avanguardia e l’esistenza di costanti generazionali. Nel suo complesso l’incontro ha sostanziato quanto detto da Cecilia Bello Minciacchi nelle battute iniziali, cioè la valenza culturale e “civile” che la critica (e l’esercizio alla critica) riveste e dunque la sua massima importanza nella situazione di confusione odierna.
31/03/2023