Sotto il titolo “Montale e l’allegoria”, i seminari del ciclo “Critica della critica” hanno toccato le conseguenze e gli esiti dell’uso della nozione di allegoria, un tipo di approccio che si è diffuso in coincidenza con l’affermazione del pensiero di Walter Benjamin, ma non sempre in modi precisi e chiari, soprattutto relativamente alla differenza con il simbolo e alla rinnovata configurazione dell’allegoria nella modernità rispetto all’accezione tradizionale. I critici che ci hanno guidato in tali questioni piuttosto intricate sono stati Romano Luperini e Guido Guglielmi, ripresi nei loro principali saggi su Montale.
Il seminario può essere seguito da questo link:
Le letture che sono state discusse hanno messo al centro la distanza dell’allegoria (più articolata, discorsiva, logica) nei confronti del simbolo (istantaneo, intuitivo, mistico). Inoltre, si è riflettuto sulle nozioni di allegoria in compresenza (da Guido Guglielmi) e della allegoria vuota (da Luperini) ossia priva di chiave o ad enigma, nella quale si apre la prospettiva di un senso problematico, ipotetico, da ricercare, plurale, come di recente ha sostenuto anche Jameson. Inoltre, i saggi esaminati hanno mostrato all’opera una critica “inglobante” che sotto l’ombrello dell’allegoria può dispiegare con grande ricchezza l’analisi testuale in tutti i suoi aspetti, fonici e semantici.
Il dibattito è stato poi molto animato ed ha aggiunto accenni in varie altre direzioni interessanti, dalla semiosi infinita del decostruzionismo all’aspetto critico e politico dell’allegoria moderna, dall’ironia alle strategie del postmoderno.
25/10/2022