Negli ultimi tempi mi sono messo a ripassare l’ideologia. Qualcuno dirà ch’è fatica sprecata, in quanto è un problema del passato, ormai fuori moda altrettanto del marxismo che ci s’arrovellò. Ma tant’è, si vede che da anziani vien voglia di guardarsi indietro e pazienza se continuo a essere attratto dalle cause perse. Insomma, ho iniziato una ricerca, cioè una rilettura di tutto il dibattito, un lavoro ancora in corso perché uno tira l’altro e non si finisce più. Di finire, in questo caso, non c’è alcuna fretta, in quanto il materiale raccolto e elaborato non necessariamente è destinato a diventare un libro, tanto è altamente improbabile che un editore desideri darlo alle stampe, questo sunto di vecchie storie. Perciò andrò avanti passo per passo a saggiare le discussioni pregresse con l’occhio attento se con l’ideologia casomai avessimo ancora a che fare.
Intanto, a latere degli autori, mi sorgono com’è normale delle domande trasversali. Allora, senza dover aspettare di aver terminato il ripasso, ho pensato di aprire un piccolo spazio su “Critica integrale” per affrontare questi interrogativi quando si presentano. In fondo vedo che i miei tentativi di definizioni teoriche sono abbastanza seguiti (un particolare successo ha avuto quello sul grottesco, non ho ancora capito il motivo…) e quindi perché non dedicare un po’ di spazio anche a ridefinire l’ideologia? Solo che “cos’è l’ideologia” non si può dire in un unico articolo e mi vedo costretto a iniziarne una serie, cominciando dalla parola stessa e dai suoi primi e ultimi “rovesciamenti” di significato.
Il primo è proprio all’inizio inizio. Cosa significa ideologia? Sembrerebbe l’indicazione di una disciplina: la mineralogia studia i minerali, l’ittiologia studia i pesci; per analoga formazione, l’ideologia dovrebbe essere lo studio delle idee. E così era, infatti, nella incipitaria versione, quella illuministica di Destutt de Tracy, la “scienza dell’origine e della formazione delle idee”. Solo che – a quanto pare per un moto di stizza addirittura di Napoleone: “sono solo degli ideologi!” – quel senso proprio si è trasformato ed è passato ad indicare non la “meta-filosofia”, bensì direttamente la produzione di idee; di più: di idee spinte da interessi nascosti, necessitanti di critica e demistificazione. Così è poi ripreso da Marx-Engels e dai teorici successivi, in modi assai vari, spesso conservando la sfumatura negativa.
L’uso attuale del termine che, per quanto raro, non è però del tutto estinto, mantiene ed anzi accentua quella negatività. Può capitare di sentir dichiarare, nei dibattiti politici, che un discorso è ideologico: s’intende che è frutto di un partito preso e ideologia qui significa “idea fissa”, non flessibile, incapace di dialogare. Non miglior sorte ha il termine “ideologo”, spesso usato per indicare un consigliere che accompagna sulla cattiva strada (l’“ideologo di Putin”, per dire). Questa accezione attuale è figlia di una certa linea del percorso precedente: infatti la si trova già in Karl Mannheim (Ideologia e utopia, che è del 1929) con il contrasto tra l’ideologia e il pragmatismo: la prima deforma la realtà, il secondo vi si attiene. Scrive Mannheim:
Il tentativo di eludere le deformazioni ideologiche e utopiche è, in ultima analisi, un’indagine della realtà. Queste due concezioni ci forniscono la base di un sano scetticismo e sono in grado di essere positivamente utilizzate per evitare quegli errori cui il nostro pensiero potrebbe indurci. In particolare esse possono essere usate per combattere la tendenza, diffusa nella nostra vita intellettuale, a separare il pensiero dal mondo della concretezza, a trascurare la realtà o a eccederne i limiti. Il pensiero dovrebbe contenere né più né meno che la realtà nel cui centro esso opera. Come la vera bellezza di uno stile letterario consiste nell’esprimere esattamente ciò che si viene pensando e nel comunicarlo senza aggiungere o togliere nulla, così l’elemento valido del nostro conoscere è dato dall’aderire alla situazione concreta che deve essere compresa e non già dal rifuggirne.
Una semplicistica concezione dello stile che assevera una concezione “realistica”, la quale presume di tener fuori dall’ideologia l’assunzione di un certo “stato di cose” come dato di fatto…
Proprio tale diktat, una volta che la realtà è fatta coincidere con le leggi di ferro dell’economia capitalistica nel mercato globale, sbocca in un ribaltamento che – essendo relativamente recente – potremmo chiamare ultimo. In che senso ribaltamento? La concezione dell’ideologia nel marxismo era tutta tesa (comunque articolata, da Marx a Lukács, da Althusser a Rossi-Landi) alla critica delle idee dominanti e quindi era connessa al conflitto contro il potere da parte di “quelli in basso”. Ora, invece, l’ideologia viene attribuita proprio agli eventuali contestatori: ad esempio sarebbero ideologici gli ecologisti che si oppongono alle centrali nucleari, oppure i sindacati che contestano il licenziamento dei lavoratori, ecc. In pratica, da accusa di manipolazione rivolta ai fautori dell’ordine è stata trasformata (con capriola davvero completa) in reprensibile pretesto attribuito a chi disturba il manovratore.
Come si vede, anche se occorrerà strapparlo a questo uso distorto, il termine non è così inattuale come sembrava… Ricaviamo in ogni caso da questi riscontri un primo elemento generale: se il rovesciamento iniziale è ormai definitivo e l’ideologia non può più presentarsi come una semplice materia di studio (come l’archeologia o la musicologia, ecc.), dall’altra parte l’arma strappata e rivolta all’avversario dimostra comunque che non è mai neutrale. Terry Eagleton lo ha detto con una delle sue buone battute: l’ideologia è come l’alitosi, ce l’hanno sempre gli altri. L’ideologia riguarda, insomma, le idee in conflitto, le idee in un conflitto. Ma detto questo si è detto ancora troppo poco. Nuove distinzioni e altre questioni attendono il ripassante. Alla prossima.
16/10/2022
Leggendo questi articoli mi viene in mente la Lanterna di Diogene che aveva tutto il merito d’illuminare questioni apparentemente “sotto il sole”.
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Se ‘ideologia’ da – studio delle idee in conflitto – manipolata dal Potere, nel tempo ha assunto un valore negativo, allora dovremmo e dovremo farle fare un’altra bella Capriola, per rimetterla in sesto, perché non c’è Ideologia più grande di quella che ha sostituito al Pensiero e alle Idee … il Mercato!! Unico Dio…
CiaoCiao
Antonella
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