Riprende la LUNA con un nuovo ciclo di seminari, intitolato “Critica della critica”. Molte voci si sono levate sia in passato che di recente sulla crisi della critica, ma è inutile associarsi alle lamentele e ai piagnistei del “non ci sono più i grandi critici di una volta”… Meglio andare a vedere da vicino e a discutere – come cerchiamo di fare nei nostri seminari – su come articolare al meglio la strumentazione critica in questa fase di grande confusione. Si è pensato, perciò, di adottare una prospettiva simile a quella del fascicolo Comparare la critica e cioè andare a confrontare i critici e i loro metodi alle prese con il medesimo oggetto. L’autore scelto per il confronto è stato Eugenio Montale sia per la sua collocazione cronologica di centro-Novecento, sia per l’apprezzamento da destra e da sinistra (ugualmente centrale, si potrebbe dire). Gli autori principali da analizzare in quanto significativi per i 5 incontri previsti nel corso dell’anno 2022, saranno: Gianfranco Contini, D’Arco Silvio Avalle, Stefano Agosti, Fausto Curi, Romano Luperini. È previsto poi un incontro con Cecilia Bello Minciacchi sul tema della metodologia critica, in particolare della poesia. E in appendice si terrà una discussione – piuttosto nuova e originale – sul trattamento di Montale nei principali libri scolastici.
Il primo seminario partirà alla fine di maggio, ancora a distanza; le date verranno di mano in mano specificate nella sezione Appuntamenti insieme al link per il collegamento. A tutti gli interessati verranno inviati materiali utili per la discussione.
Per chi volesse partecipare, aggiungo alcune istruzioni preliminari. Non si tratta tanto di discutere sul valore di Montale o sulle sue caratteristiche tecniche e tematiche – sebbene anche questa prospettiva potrà essere inserita nel corso del dibattito – quanto di cercare di capire il modo di procedere di ciascun critico preso in esame. Partendo dall’idea che la critica si componga inevitabilmente di tre momenti, scomposizione, valutazione e posizionamento, ne nascono urgenti domande. Come è orientato il critico, quali sono i suoi strumenti di analisi e quali i criteri di giudizio? A quale ambito (linguistico, storico, biografico e via dicendo) dà la priorità? Quale linguaggio critico utilizza e con quali punti di riferimento (citazioni di altri critici, teorie estetiche, ecc.)? A quale mappa della poesia fa riferimento nel parlare del singolo autore?
In poche parole, proveremo a rovesciare la prospettiva abituale per cui il critico è un ausilio per la lettura dell’autore e useremo invece l’autore come tramite per la lettura del critico, non più mediatore verso l’oggetto del sapere, ma oggetto egli stesso. Nella speranza di uscirne con qualche consapevolezza in più in un’epoca di confuso eclettismo, in cui si prende dalla critica tutto ciò che fa comodo senza selezione, fosse pure tutto e in contrario di tutto, magari ammantando la pigrizia analitica con le bubbole dell’emozione.
25/04/2022