Riparte “Malacoda”!

Si parte con il 2020! E si riparte con “Malacoda” e il suo nuovo numero, appena uscito. La webzine di lotta culturale e letteraria riprende, dopo un breve periodo di pausa, con i consueti interventi di proposta e di critica “a tutto campo”. Uno strumento fondamentale di confronto e di dibattito. Si può accedervi anche da questo stesso sito, con il pulsante nella colonna di destra.

Il nuovo numero si apre con un intervento del direttore Mario Quattrucci, dal titolo Riprendiamo il cammino, che ribadisce l’indirizzo e le intenzioni della rivista:

Nei suoi tre anni di storia, Malacoda si è addentrata costantemente nell’analisi di questo nostro tempo di “capitalismo dominante ma decadente“, portatore delle più vaste ingiustizie umane e sociali e dei più grandi rischi che il Pianeta abbia mai corso. Così come abbiamo cercato − per trarne insegnamento ai fini di una rinascita possibile − di indagare le origini e lo sviluppo della decadenza culturale e politica, fino all’attuale debacle, della sinistra italiana ed europea. E con pazienza e apertura abbiamo dato voce all’assidua ricerca di studiosi, politici, circoli convinti che esista un’alternativa, la possibilità di riprendere il cammino e perfino di tornare a sognare quel “sogno di una cosa”. Vogliamo continuare su questa strada, e ci proponiamo quindi di ospitare − a tal fine accrescendo la rubrica Cultura, Storia, Società −, voci, interventi, saggi, articoli che proseguano e portino avanti quelle analisi e quelle ricerche.

Il numero, tra le varie cose contiene interventi di varia natura, critici, testimoniali, creativi dedicati a Stefano Docimo, un autore di grande rilievo, sperimentale e plurilinguista, che si raccomanda per prossimi studi di approfondimento. Come scrive nel suo articolo Marco Palladini, si tratta

di un autore e intellettuale di vivido ingegno e di grande qualità, ampiamente sottostimato a mio parere nella scena letteraria sia capitolina che nazionale. Anche per via del suo carattere appartato e della sua leggerezza discosta e non di rado nascosta, di frequente in crisi con la propria stessa scrittura. Un artista della contraddizione e dell’autocontraddizione e proprio perciò renitente all’autopromozione. 

Leggete, diffondete e finanziate “Malacoda”!

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