Gli capitò di recarsi in una lontana città che gli era affatto sconosciuta e di doversi recare nel prenotato albergo sito nel Corso. Domandò informazioni ma, gliel’avessero date confuse o lui non avesse ben compreso la locale parlata, si ritrovò sempre più distante dalla meta prevista. Infine, si avvicinò a un gruppo di giovani assembrati e ripeté la solita domanda: “dov’è il Corso?”. Gli venne indicata un’aula. Fu così che non ebbe mai albergo, ma in compenso conseguì una laurea.
09/05/2021
Sentendo attorno a sé molti che proclamavano con enfasi “democrazia diretta!, democrazia diretta!”, si fece serio e domandò: “va bene, ma DA CHI?”
1/12/2020
Venutagli fame, gli accadde di subire una lunga attesa al ristorante: si narra che esplose nel grido «Non mi serve nessuno!», che i camerieri rispettarono tenendosi alla larga, interpretandolo come una giusta asserzione di autonomia e autosufficienza.
Questa edizione dell’opera omnia di Vito Riviello (Tutte le poesie, Sapienza Università editrice) è davvero un libro “totale”: suddivisa in due volumi per ragioni di maneggiabilità e curata con grande competenza e acume interpretativo da Cecilia Bello Minciacchi, consente una lettura complessiva dell’autore che ne rivela tutta la complessità. Riviello è tra gli autori che hanno operato dopo la stagione delle neoavanguardie, però senza tentazioni retrograde, piuttosto con una cifra originale di poetica “non allineata”. Il problema critico che lo riguarda ‒ lo solleva Cecilia Bello Minciacchi nel corso della sua introduzione ‒ è che è fin troppo facile catalogarlo (etichettarlo) nella sfera del comico.
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