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I seminari della LUNA: Lo sperimentalismo com’è (1 parte)

Il ciclo di seminari sullo sperimentalismo ha compiuto un passo avanti, forse fin troppo avanti. Infatti, finché ricostruiamo lo sperimentalismo negli anni Sessanta del Novecento e loro dintorni, siamo abbastanza sul sicuro. Abbiamo un contesto in cui la nozione si chiarisce e abbiamo autori che, bene o male, vi si riferiscono. Ma spostarsi sull’attualità è per forza di cose problematico. Di sperimentalismo nessuno parla più, se non in termini dispregiativi come se fosse soltanto una meccanica arida e priva di capacità inventive. È vero che negli ultimi anni si è sviluppato un dibattito pubblico, del quale “Critica integrale” ha dato notizia, attorno al termine “ricerca”, che allo sperimentalismo è imparentato; e che suggerisce, al posto della solita e abusata “emozione”, almeno un atteggiamento attento, una calibratura anche teorica, una certa diminuzione dell’individualità dell’operatore. È ugualmente vero, però, che “ricerca” indica un percorso non preordinato e quindi non potrà essere riconosciuto sic et simpliciter con l’ausilio di vecchie forme.
Per chi vuole, l’audio del seminario si ascolta a questo link:

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Pensare il verso

Di fronte a una poesia nuova il critico si trova in imbarazzo, cerca di attaccarsi a qualche precedente, si attacca al metodo che però lo aiuta relativamente perché – soprattutto in mancanza di segnali immediatamente riconoscibili (tipo il metro, la rima e simili) – non sa bene a quale livello testuale sia da dare la precedenza. Insomma, tira un po’ a indovinare. Nel caso di Antonio Francesco Perozzi, l’idea sulla quale provo a scommettere è che ciò che contraddistingue i suoi testi sia il fatto che ogni verso è attentamente pensato. Di solito, per i poeti è invalsa la concezione dell’ispirazione, ed è vero che ispirazione c’è sempre, è il qualcosa che viene in mente all’improvviso. Tuttavia un conto è affermare, come si fa a partire da Platone, che si è ricevuta la parola da un’entità superiore che suggerisce (con un “soffio” impalpabile) quel che si deve dire e un altro conto, del tutto contrario, è che ciò che viene in mente arrivi sulla carta appunto attraverso un filtro mentale.
Questa seconda ipotesi si verificava nel precedente Essere e significare e mi sembra ancora valida per la nuova raccolta di Perozzi Lo spettro visibile, che esce per i tipi di Arcipelago Itaca. Tutto quello che vi si può rintracciare, sia di procedimenti sul significante (come alcuni accapo e qualche scomposizione di parola), sia di particolari usi del lessico, sia di tracce del vissuto personale, come eventi, occasioni e ricordi, tutto ciò e altro ancora viene rifunzionalizzato e, per così dire, concettualizzato nel verso.
Pensare il verso: che poi vale anche nell’altro senso, direzionale, della tendenza implicita che sottende l’espressione. Continua a leggere Pensare il verso

Una recensione di Marco Buzzi Maresca sulle poesie di Antonio Perozzi

Ricevo e pubblico volentieri una recensione di Marco Buzzi Maresca al libro di poesie di Antonio Francesco Perozzi, Essere e significare. Si tratta della raccolta di un giovane autore che è interessante seguire (per parte mia, ho scritto l’introduzione al libro).

Marco Buzzi Maresca, Un poema spoematico

 Il passaggio da un semplice assaggio di lettura alla dialogica innestata dalla presentazione in pubblico ha stimolato in me il desiderio di dire qualcosa a proposito del denso tentativo poetico di Antonio Francesco Perozzi, Essere e significare – poema (Oèdipus, 2019).
Il testo e l’operazione in generale si pongono un obiettivo piuttosto ambizioso, ossia interrogare l’interrogabilità stessa dell’essere, ancor prima della sua dicibilità.
E diciamo, in un certo senso ‒ attraverso una fusione a freddo, cioè a una tetragona e ossessiva decostruzione (prima e oltre che degli strumenti, del linguaggio e della retorica) del decostruzionismo stesso ‒ si pone l’obiettivo di attraversarlo e superarlo, per costruire nel nulla, per ossimorica che possa sembrare l’operazione. Continua a leggere Una recensione di Marco Buzzi Maresca sulle poesie di Antonio Perozzi