Il ciclo di seminari su “Avanguardia e tecnologia” è proseguito con l’incontro dedicato all’argomento “Il Surrealismo e il cinema”. Si tratta quasi di un paradosso in quanto il Surrealismo, a differenza del Futurismo, non è affatto tecnolatrico, ma semmai tende al recupero di quell’elementare antropologico che è costituito dall’immaginazione, dall’inconscio, dalla pulsione, dal sogno. Tuttavia, proprio l’importanza creativa connessa al sogno conduce a servirsi delle arti dell’immagine come la pittura e il cinema (quest’ultimo a quell’altezza ancora giovane e non egemonizzato dalla cosiddetta “fabbrica dei sogni”).
Chi volesse ascoltare il dibattito che si è svolto lo trova a questo link:
Il seminario si è soffermato sulla produzione cinematografica del surrealismo alla fine degli anni Venti – da Entr’acte a L’âge d’or – con le prove veramente straordinarie (la materia avrebbe meritato in realtà un cineforum…) di un cinema “associativo” e molto poco narrativo.
Negli interventi è stato affrontato il problema del rapporto tra l’automatismo e la tecnica, in quanto nel cinema la ricerca di libere associazioni richiede comunque il possesso di una tecnica capace di generare sovrapposizioni, scarti e quant’altro. Inoltre si è notata la particolare partecipazione del pubblico che viene invitato dal film per immagini a realizzare connessioni tra accostamenti impensati, nonché la valenza politica (scopertamente antiborghese) connessa dal Surrealismo a tale strategia della sorpresa.
01/12/2021
Che cosa c’entra la letteratura col cinema? Muzzioli sa bene che il merito dell’approccio multidisciplinare è di oltrepassare la gabbia interpretativa settoriale in una pacifica invasione di campo, per scoprire che tra i due linguaggi da oltre un secolo ormai si è stabilita una stretta relazione. Per restare in tema, Woody Allen nel suo “Harry a pezzi” ha destinato i critici letterari a un girone infernale (il quinto se non sbaglio) che forse il nostro professore si meriterà a pieno titolo per aver sollevato una serie di questioni non da poco, anche grazie agli interventi del dibattito. Mi pare che questo film sia stato citato da qualche parte in questo sito: non si fa fatica a scorgervi una certo legame con la tematica sessuale e religiosa presente nella filmografia di Bunuel, complice il montaggio “a pezzi”, e con l’aggiunta della pulsione comica.
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