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I seminari della LUNA: lo sperimentalismo com’è (parte 2)

La seconda parte del seminario sullo sperimentalismo com’è ha continuato a procedere, sempre per forza di cose su minime campionature, alla ricerca di percorsi e di segnali tendenziosi, tanto più difficili da rilevare in un’epoca che ha volutamente disimparato a pensare per tendenze.
Visto che non vengono ormai più, se non assai raramente, elaborate in gruppo e esposte in pubblico, ed anche le dichiarazioni di poetica vengono spesso evitate, non resta al critico volenteroso che ricavarsele da sé, le tendenze, per lo meno nella forma della “poetica implicita”.
La seconda parte della discussione sull’ipotesi di uno sperimentalismo odierno si è svolta partire da due relazioni: quella di Sarah Pierozzi ha presentato un raffronto tra Paradiso e Oggettistica, cioè le due opere recenti di Stefano Dal Bianco e Marco Giovenale; mentre quella di Federica Ruggiero si è spostata geograficamente verso un autore straniero, Ilya Kaminsky, attivo in USA ma originario dell’Ucraina, e il suo poema per frammenti intitolato Deaf Republic (Repubblica sorda).
Chi volesse ascoltare la registrazione dell’incontro, la trova su Youtube a questo link:

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I seminari della LUNA: Lo sperimentalismo com’era

I seminari della LUNA tornano sul tema dello sperimentalismo, caro alla linea di ricerca di “Critica integrale”; e lo affrontano ora in due puntate con una nuova formula, quella del piccolo convegno con interventi programmati. Il primo incontro, sotto il titolo Lo sperimentalismo com’era, è stato dedicato a ripercorrere la fase storica del secondo Novecento in cui la nozione è stata impostata e ampiamente dibattuta. Anche aspramente avversata: infatti, per la sua stessa origine scientifica, il termine “sperimentalismo” è stato – dai fautori della concezione estetica corrente – ritenuto inadatto e inapplicabile alla intuitività e creatività dell’arte. Spesso in base a un equivoco: infatti, è erroneo ritenere che l’autore sperimentale si limiti ad applicare meccanicamente uno schema presupposto a priori; in realtà “sperimentare” significa al contrario non partire con un risultato già previsto, come invece fa proprio chi si affida a retoriche liriche tradizionali ben rodate.
Gli interventi di questo seminario hanno riguardato tre autori tutti e tre assai rilevanti: Pier Paolo Pasolini (che ha aperto il problema proponendo su “Officina” il neosperimentalismo); Edoardo Sanguineti (in rappresentanza del Gruppo 63, dove il termine è stato discusso in rapporto alla revisione della nozione di avanguardia); e Paolo Volponi (che in poesia ha avuto una fase di sperimentazione eccedente e sbalorditiva, per così dire, “fuori tempo”).
In realtà gli interventi – ascoltabili usando il link qui di seguito – si sono soffermati soprattutto sugli anni Settanta del Novecento.

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I seminari della LUNA: “La figlia prodiga” di Alice Ceresa

Per un caso non del tutto voluto ma accolto volentieri, il seminario del ciclo “Critica della narrativa” dedicato al testo di Alice Ceresa La figlia prodiga è caduto nella data dell’8 marzo. Giusto, è un testo che potrebbe a buon diritto definirsi “protofemminista”.
Il caso-Ceresa è interessante perché il contenuto decisamente radicale, fondato com’è sulla critica dell’istituzione familiare, viene svolto dall’autrice con un apparato altrettanto decisamente sperimentale. Il testo va a capo molto spesso in mezzo alla frase (quindi si avvicina alla poesia) ed è impostato come discussione e ricerca intorno al personaggio da parte di un “noi narrante” (scelta anche questa alquanto originale) che vi si approssima con un linguaggio pseudo-saggistico, per riflessioni, deduzioni e complicazioni di vario tipo, quindi generando un discorso al limite del genere propriamente narrativo. La figlia prodiga uscì nel 1967 inaugurando la collanina “rossa” dell’Einaudi, intitolata alla “Ricerca letteraria”.
Per seguire l’audio del seminario ci si può collegare a questo link:

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I seminari della LUNA: “L’amica geniale” vol. 1 di Elena Ferrante

Il ciclo di seminari intitolato alla “Critica della narrativa” è iniziato con l’osso forse più duro da rodere. Resto convinto – e questa occasione me lo ha confermato – che il testo facile sia quello più difficile. Più difficile da analizzare, intanto perché salta l’analisi e la critica per riferirsi direttamente al lettore e alla sua immedesimazione priva di problemi; e anche perché, di conseguenza, non presenta singolarità o asperità alle quali attaccare i ganci dell’interpretazione.
Comunque la decisione di affrontare per prima L’amica geniale (relativamente al vol. 1) di Elena Ferrante si è rivelata un esercizio assai utile per verificare i livelli di analisi descritti nella sede del seminario introduttivo. Credo che siamo riusciti ad evitare la comoda via del rifiuto del romanzo di successo in quanto tale e siamo riusciti a enucleare, tra le altre cose, anche alcune ragioni di questo successo, nonché della rapidità con cui il romanzo si è trasformato in serie televisiva.
Chi volesse seguire il seminario lo trova a questo link:

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I seminari della LUNA: L’allegoria in Caproni

I seminari sull’allegoria hanno compiuto un nuovo passo occupandosi della poesia di Giorgio Caproni. Un autore oggi tra i più apprezzati dalla critica e dotato di un suo proprio percorso ben distinto. Quanto all’allegoria, Caproni inizia proprio con il titolo Come un’allegoria, riferito a questi versi di Borgoratti: «Come un’allegoria / una fanciulla appare / sulla porta dell’osteria»; indubbiamente, in quegli anni Trenta del Novecento, Caproni non ha bandito l’allegoria, come voleva il senso comune di allora, tuttavia si assiepano vari interrogativi: l’allegoria si presenta come comparante di una similitudine, quindi la fanciulla sembra un’allegoria, ma non lo è; in che cosa le somiglia, cioè quale allegoria ha in mente Caproni? E se ha l’aria di essere un’allegoria, forse un senso allegorico si è insinuato in quella scena di realismo popolare…
Chi volesse seguire il seminario, lo troverà a questo link:

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Ritorna la LUNA con “Critica della critica”

Riprende la LUNA con un nuovo ciclo di seminari, intitolato “Critica della critica”. Molte voci si sono levate sia in passato che di recente sulla crisi della critica, ma è inutile associarsi alle lamentele e ai piagnistei del “non ci sono più i grandi critici di una volta”… Meglio andare a vedere da vicino e a discutere – come cerchiamo di fare nei nostri seminari – su come articolare al meglio la strumentazione critica in questa fase di grande confusione. Si è pensato, perciò, di adottare una prospettiva simile a quella del fascicolo Comparare la critica e cioè andare a confrontare i critici e i loro metodi alle prese con il medesimo oggetto. L’autore scelto per il confronto è stato Eugenio Montale sia per la sua collocazione cronologica di centro-Novecento, sia per l’apprezzamento da destra e da sinistra (ugualmente centrale, si potrebbe dire). Gli autori principali da analizzare in quanto significativi per i 5 incontri previsti nel corso dell’anno 2022, saranno: Gianfranco Contini, D’Arco Silvio Avalle, Stefano Agosti, Fausto Curi, Romano Luperini. È previsto poi un incontro con Cecilia Bello Minciacchi sul tema della metodologia critica, in particolare della poesia. E in appendice si terrà una discussione – piuttosto nuova e originale – sul trattamento di Montale nei principali libri scolastici.
Il primo seminario partirà alla fine di maggio, ancora a distanza; le date verranno di mano in mano specificate nella sezione Appuntamenti insieme al link per il collegamento. A tutti gli interessati verranno inviati materiali utili per la discussione. Continua a leggere Ritorna la LUNA con “Critica della critica”