Pier Luigi Ferro, saggista esperto di Gian Pietro Lucini, pubblica per i tipi di Mimesis un libro che raccoglie le sue ricerche di archivio, svolte tra Lombardia (le carte luciniane sono conservate presso la Biblioteca Comunale di Como) e la Liguria. Il titolo, Sul cammino del Melibeo – rievocante uno dei frequenti nomi alternativi dell’autore, – indica che si tratta di diverse tappe che attraversano il percorso del nostro dagli inizi alla fine, attraverso singoli episodi e dettagli.
Seguendo l’indice, troviamo: il protoLucini giovanile alle prese con un impegnativo confronto con la religione nel poemetto Galileo (1887); i rapporti con i simbolisti genovesi, Giribaldi e Varaldo, sostenuti ed esortati; il carteggio con Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, figura abbastanza nota di poeta anarchico tra Otto e Novecento, in particolare a proposito del sospetto trafugamento dalla Corte d’Assise di Genova dei documenti sulle esecuzioni capitali dei mazziniani nel 1833 – una sorta di giallo politico; il carteggio con Mario Garea Del Forno (in arte Mornor Yadolphe), suo ammiratore, oltreché locatore della casa di Varazze (nelle lettere nominata come “Cretinopoli”) dove Lucini preferibilmente svernava fino agli ultimi anni di vita; chiude il libro il saggio, revisionato e integrato, che figurava come introduzione nella ristampa 2008 del Verso libero. Ciascuno dei lavori provenienti da ricerche d’archivio riproduce in appendice i materiali relativi. Continua a leggere Episodi luciniani
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Un altro Vate
Pier Luigi Ferro, studioso molto esperto di autori otto e novecenteschi (si è occupato, tra gli altri, di Gian Pietro Lucini), ha curato per le edizioni Diana la ristampa dei versi di Profezia di Mario Morasso. L’autore è un po’ dimenticato, ma non ignoto, lo si ricorda soprattutto per gli scritti propositivi in lode della macchina che a inizio secolo hanno anticipato di poco la “tecnolatria” futurista. Con una lunga e dettagliata introduzione, accompagnata da un altrettanto ingente apparato di note, Pier Luigi Ferro ricostruisce assai bene sia l’itinerario dell’autore sul declino del secolo XIX, con la sua attività di giornalista politicamente schierato a destra, sia il contesto dell’epoca caratterizzato dalle istanze nazionaliste e imperialiste, e da un revanchismo borghese antisocialista di fondo. L’«Egoarchia» di Morasso – un individualismo vagamente anarchico ispirato a Stirner e Nietzsche – si può mettere a confronto con il superomismo d’annunziano, avendo ugualmente la pretesa di costruirsi una figura di Vate.
Se i libri morassiani di primo Novecento, come L’imperialismo artistico (1903) o La nuova arma (la macchina) (1905) sono raramente ristampati seppur talvolta citati, Pier Luigi Ferro ci dà qui un esempio del Morasso poeta, ancora più sconosciuto del saggista. E dunque eccoci a leggere Profezia, testo pubblicato in rivista tra il 1899 e il 1900, poi in volume nel 1902. Continua a leggere Un altro Vate