Tra le star internazionali della teoria, Slavoj Žižek è uno dei più prolifici, tanto da rendere difficile seguirlo in tutte le sue performance – e anche, non ultimo, trovargli posto in libreria dalla parti della lettera “Z” che ha ormai riempita… È anche uno dei più estrosi: vitando ormai l’andamento trattatistico in odio alla sistematicità, il territorio del saggio – già di per sé genere di confine – viene ulteriormente virato verso zone impreviste, per cui accanto ai giganti filosofici può spuntare, ugualmente probatorio, un film di ultima generazione. Una saggistica Pop, uno stato argomentativo davvero fluido pieno di variazioni e digressioni, piacevole da seguire ma scomodo da riassumere, anche a conoscerne i presupposti (Hegel, Lacan fra tutti), hai voglia a ritornare sui suoi passi, ma non se ne rintraccia l’affermazione univoca.
Un suo lavoro recente – non dico l’ultimo pubblicato in Italia, perché magari nel frattempo… – è questo sulla libertà, intitolato Libertà, una malattia incurabile, edito da Ponte alle Grazie con l’accurata traduzione del poeta e scrittore Vincenzo Ostuni. Continua a leggere Žižek e i paradossi della libertà
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Brecht, Me-ti
Che ci sia un certo “ritorno a Brecht” è attestato da vari sintomi, non solo dalle riprese teatrali, ma anche dalle occasioni di riflessioni critiche come il convegno molto qualificato tenutosi lo scorso giugno a Roma. Ora, una ottima edizione de L’orma, ripropone il Me-ti. Libro delle svolte, ormai introvabile nella vecchia edizione Einaudi, conservando in gran parte la traduzione di Cesare Cases, ma mettendo a punto il testo sull’ultima edizione tedesca, con ordinamento rivisto, brani inediti e aggiunta di apparati conclusivi. Continua a leggere Brecht, Me-ti