Abbiamo cominciato insieme, all’inizio degli anni ’70 del Novecento. Io e Giorgio Patrizi eravamo freschi di laurea e ci trovammo in un nutrito gruppo che Walter Pedullà aveva riunito con l’intento di fare una rivista con i giovani. Molti abbandonarono via via e restammo in pochi a proseguire il progetto autonomamente: furono i “Quaderni di critica” (titolo brechtiano e non crociano, si badi). Le nuove avanguardie erano appena trascorse e c’era la spinta propulsiva del Sessantotto. La nostra idea di tenere insieme sperimentazione linguistica e impegno politico era comunque abbastanza rara a quei tempi (1973: cinquant’anni fa esatti) e ci aiutava a portarla avanti il pensiero eterodosso di un altro Walter, Benjamin, appena allora conosciuto. Eravamo assertori del lavoro collettivo, convinti che solo nel confronto e nello scambio si potesse produrre davvero. In quel numero “in attesa di autorizzazione” Giorgio si occupò di Balestrini andando a indagare con molta precisione i meccanismi poetici nella correlazione delle forme e dei materiali, dei significanti e dei significati, della logica interna e del senso politico.
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Mari&Monti.4
Edoardo Cacciatore
La discorde assemblea
ll mare ci espone al suo massimo esempio
Il moto soffermo in cerca di un dove
In cui concentrarsi esaurito lo scempio
Di itti frementi con foga commuove
L’ammasso in comune in procinto di farsi
Discorde assemblea del tutto incapace
Di stendere accordi pacifici — sparsi
Sussulti a rimando in cui l’ira tace
La smossa sequenza agitata su a galla
Sofferma si ostenta ma inquieto è il ristagno
Già ovunque rioscilla ed a sprazzi sfarfalla
Di brano in brano rescisso compagno
Sì il centro elargisce arcicolma accoglienza
Ma accoglie ed augura buona partenza.
(La puntura dell’assillo, 1986)
26/08/2023