Storie! Storie! È quello che il pubblico desidera, che vuole, che consuma con passione, una storia tira l’altra altrimenti se ne sente l’astinenza, le storie prendono, tirano e si vendono… La curiosità indiscreta del lettore comune (sebbene in diminuzione numerica perché attratto da ben altre “serie”) ne fa man bassa e tanto più se storie di dolore e sofferenza, aureolate dal fatto di essere prodotte da esperienze autentiche, patemi dell’autore stesso in carne ed ossa. Prendono, tirano e si vendono ancora le storie del soggetto familiare, teste l’ultimo Strega con uno del padre e uno della madre, così da non far torto a nessuno in par condicio. Siamo avvolti nelle storie (e anche la retorica politica ce ne racconta un sacco).
Mi ha incuriosito, allora, il titolo dell’ultimo libro di Andrea Inglese, Storie di un secolo ulteriore, edito da DeriveApprodi. Non solo il titolo generale, ma anche il titolo dei singoli brani (o raccontini) contiene la fatidica parola: Storia del giro, Storia con cadaveri, e via di seguito “storieggiando” fino alla fine. Che si sia convertito all’andazzo corrente? Ma da Inglese, poeta prestato alla narrativa e proveniente dall’esperienza “fuori dei generi” dell’antologia Prosa in prosa, dove sta proprio in prima posizione con i suoi Prati, c’era da aspettarsi qualcosa di diverso. E infatti. Continua a leggere Andrea Inglese non fa storie come gli altri