I seminari della LUNA: “Cecità” di José Saramago

I seminari ella LUNA dedicati all’analisi del testo narrativo hanno posto sotto osservazione il romanzo Cecità di José Saramago. Siamo alla metà degli anni Novanta del Novecento (1995 la data di uscita) e circa alla metà dell’attività dello scrittore portoghese. Il titolo originale era Ensaio sobre a cegueira (scartato dalla traduzione italiana forse per evitare equivoci di genere letterario). Ma cosa significa intitolare “saggio” quelo che è in tutta evidenza un racconto? Probabilmente l’autore ha voluto indicare in questo modo che la sua storia ha una valenza per così dire dimostrativa. Una sorta di esperimento, che consiste nel mettere i suoi personaggi in una situazione estrema – un’epidemia di cecità “bianca” che si diffonde fino a diventare davvero pandemica (ovvero totale) – per vedere se e come può resistere in queste condizioni un comportamento che si possa definire ancora “umano”.
Seguendo la griglia precedentemente impostata, il seminario ha approfondito vari livelli del testo, dall’appartenenza al genere distopico di variante epidemica, alla posizione del narratore (onnisciente e spesso ironico), allo stile e alle figure retoriche. Il seminario si può seguire a questo link:

Al termine dell’attraversamento analitico, il romanzo di Saramago è apparso un ottimo esempio di umanesimo, inteso come religione laica (un cristianesimo senza il soprannaturale). Infatti la distopia qui ha il significato chiaramente allegorico: la cecità rappresentata è l’indice della incapacità di vedere i mali del mondo e di rivolgersi in modo solidale a chi ne è colpito. Il fatto che l’unico personaggio a non venire infettato dal morbo sia una donna (la “moglie del medico”) ne fa una sorta di testo femminista. Anche lo stile che esclude i nomi propri, mescola la prospettiva del narratore con quella del personaggio e inserisce senza virgolette le parole dei dialoghi, per di più con parche didascalie, contribuisce a creare un insieme linguistico magmatico e plurale. L’impatto delle scene forti (lo stupro delle donne e l’uccisione del capo dei ciechi cattivi visto come atto morale estremo) mettono il romanzo dalla parte dello sgradevole e lo tengono lontano dalle tattiche di captazione dei lettori.
Nel corso del dibattito è stato approfondito proprio l’atteggiamento verso il lettore che viene invitato a districarsi attivamente nella complessità stilistica e ideologica; e inoltre è emersa anche una connessione con l’ambito psicoterapeutico.
Il ciclo sull’analisi del testo narrativo proseguirà ancora nel nuovo anno con nuove proposte.

13/12/2023

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