I seminari della LUNA: l’allegoria in Sanguineti

Per i seminari della LUNA si avvicina la pausa estiva. L’ultimo seminario ha completato il ciclo sull’allegoria analizzandone la presenza nella poesia di Edoardo Sanguineti. In apparenza, la poesia sanguinetiana non presenta allegorie evidenti o almeno non del tipo tradizionale. La prima fase di Laborintus è giocata sulla profluvie di frantumi culturali e sulla costruzione dell’incongruo e dell’eterogeneo; la seconda è riassunta nella poetica del “piccolo fatto vero”, quindi sull’aneddoto vissuto. E però, il richiamo del Sanguineti teorico all’allegoria benjaminiana può mettere sull’avviso che un qualche allegorismo di specie originale vi si trovi. Magari nella stessa tecnica del montaggio, nella autoironia straniante o negli sviluppi dell’aneddoto stesso.
Chi volesse seguire il seminario lo trova qui:

In particolare l’analisi di alcune poesie di Cataletto ha mostrato come la presenza dell’io abbia sempre un risvolto collettivo e una significazione teorica. Inoltre, l’autore stesso mette sull’avviso che l’allegoria possa trovarsi nella struttura formale. E allora le scelte ritmiche, le ripetizioni sonore della rima insistita (ma mai al posto giusto, cioè in fine verso), possono assumere nuovi sensi, come pure le citazioni, e le continue “ferite” delle parentesi.
La discussione ha poi rilevato l’essenziale storicità del testo sanguinetiano e l’uso delle immagini, delle tessere e degli incastri. In fondo, proprio questa sostanziale frammentarietà si avvicina alla visione di Benjamin dell’allegoria come frammento e rovina. Il fatto che l’esperienza, malgrado i particolari precisi, non arrivi mai a completarsi per mancanza di contesto, rimanda al “mondo a pezzi” che è il mondo moderno in cui il vissuto è tirato da tutte le parti e vale su più piani mai del tutto coincidenti (l’individuo, la collettività storica, l’inconscio).

24/06/2923

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