I testi per musica di Giovanni Fontana

Oggi, 25 maggio, viene consegnato a Giovanni Fontana il Premio Pagliarani alla carriera. Per festeggiarlo, pubblico la recensione al suo recente volume Controcanti.

Controcanti, pubblicato da Molesini editore, raccoglie i “testi per musica”, scritti in occasione di collaborazioni con i musicisti, progetti multimediali o performance. I brani raccolti sono numerosi e infatti il libro supera le 500 pagine. Come spiega Barbara Meazzi nel saggio introduttivo, vi sono compresi

trentacinque fra testi e pre-testi, pressoché tutti inediti, composti da Giovanni Fontana tra il 1991 e il 2017 e organizzati qui in sei sezioni: si tratta di parole per canzoni, progetti di voci video-poetiche, dialoghi per teatrini sonori o flash opera, tra cui una versione originale per l’ Histoire du soldat di Stravinsky; vi sono poi anche alcune straordinarie tracce di performance.

È un materiale che certamente contribuisce a completare la conoscenza di un autore che giustamente è stato definito “un classico dell’avanguardia”; e che, anche in assenza del completamento musicale che lo accompagnava, indica con evidenza alcuni valori artistici di fondo.

Controcanti è un libro che si può leggere da diverse prospettive, almeno 3.
1) Si possono leggere, ovviamente, i testi in quanto tali, ponendoli a raffronto con la restante produzione dell’autore. Ma c’è di più: in questo caso l’apparentamento con l’opera musicale non genera una semplice sovrapposizione, come avviene in molti casi di sinergie approssimative. È da rilevare infatti la musicalità prettamente insita nei testi stessi. In questo senso, tutta la produzione “lineare” di Fontana va verso una ripresa della metrica e della ritmica, sia pure in modi non regolari e con partizioni originali, In particolare, l’autore predilige le prosecuzioni e le concatenazioni: per esempio un endecasillabo può proseguire in un quinario, un ottonario in un quadrisillabo, un senario doppio in un novenario, il tutto congegnato anche attraverso il replicarsi delle rime e delle omofonie. Solo che invece del classico accapo, qui vengono usati spesso dei simboli diversi come le barre, le frecce o anche le parentesi quadre. (Avvertenza per il lettore: quando si trovano le parentesi quadre seguite da uno spazio vuoto, allora si tratta di versi che esorbitavano dalla larghezza del foglio e quindi la porzione sotto va riportata al verso soprastante; quando invece la parentesi quadra è seguita immediatamente dal testo, allora si tratta di una forma di interpunzione o di indicazione tonale). Ma la cosa migliore è un piccolo campione da La discarica fluente:

– Contra le cirimonie vane et isquisite / sovrabbondanti sono adulazioni / poco nascose sopra l’orizzonte / asse d’eventi / fendi e tendi / tumefatti pinacchi acciacchi e attacchi / giovin messere che sangue inghiotte in porga / profonda strozza

2) Si può leggere Controcanti come una sorta di florilegio delle modalità dell’autore, secondo un ampio ventaglio che copre gli interventi sul significante e quelli sul significato (sperimentalismo di superficie o di profondità). Sul primo versante, quello usualmente detto formale, vanno sia la tendenza della musicalità di cui sopra, sia le operazioni sul corpo della parola, spezzature o aggiunzioni (si veda soprattutto Penultime battute), e gli interventi grafici nella disposizione del testo (connessi alla visività) che in alcuni testi portano a disposizioni esorbitanti il formato del libro, per cui sono stati stampati in verticale – e quindi il libro va girato e letto un po’ come un calendario…
Sul piano delle tematiche, oltre a quelle determinate dalle occasioni di riferimento, non mancano le problematiche sociali, come appunto la “discarica”, che possono essere declinate anche in modo grottesco, come si vede nella parte finale del libro, in canzoni e filastrocche. Ma è chiaro che i due livelli sono sempre saldamente intrecciati. E stanno sotto il segno non solo della musica, ma anche di una spiccata teatralità che porta al plurivoco e al plurilinguistico (spesso il registro comico-grottesco sfrutta l’istanza popolare del dialetto). Anche con linguaggi del tutto sorprendenti come il codice dell’aviazione, con il quale l’autore scrive addirittura il proprio nome:

foxtrot
oscar
november tango
alfa november alfa

Nelle tematiche, naturalmente, va compresa la stessa “sonorità”. Un testo metasonoro è quello dedicato al canto delle sirene, intitolato Sento [dunque sono; e anche Il gioco delle voci, dove la continua ripetizione è garanzia di ritmo ad oltranza e il pluralismo sembra dilatarsi in una sorta di estremamente dinamica dialettica delle voci. Sentiamo l’attacco:

– In un guizzo mostruoso strinsero i nodi e cozzarono perfino gli ultimi lampi delle mie voci mentali. Voci piane e folli. Voci limpide. Sane. Voci invadenti. Voci perdenti. Laceranti. Intriganti. Voci amare. Sgradevoli. Voci nasali e gutturali. Voci tenui. Sospese. Voci ammattite e sognanti. Voci terrorizzanti. Voci grasse. Voci logore. Basse. Voci sgranate. Intristite. Consumate. Voci distrutte. Voci serene. Voci domestiche. Chiuse. Ottuse. Voci sfuse.

3) Si può anche leggere Controcanti partendo dall’appendice finale che descrive il contesto di ciascun brano con indicazioni estremamente precise e meticolose. Si squaderna così tutta l’attività, per così dire, extraletteraria dell’autore ed è anche una prova della sua teoria “epigenetica”, secondo la quale il testo-spartito è poi condotto a esistere e a trasformarsi nelle sue diverse esecuzioni. E ci accorgiamo, anche, dell’attitudine collaborativa di questa parola poetica: infatti il Fontana poeta e il Fontana voce recitante non vanno senza il gruppo Hermes Multimedia e di continuo nelle note ricorrono i nomi dei suoi più stretti collaboratori, Poce, Murat, Salvadori e vari altri, il rapporto con Morricone, le esperienze internazionali e via dicendo. Il libro stampato è dunque una punta di iceberg di un’opera molto più ampia, che oggi di direbbe transmediale, della quale reca testimonianza.
Un’opera mossa da un’estetica dello “scuotimento”:

scuotendo ad ogni virgola la testa
contro un muro di cose
il muro delle nebbie
delle credenze stupide

Estetica anti-ideologica, dunque, che deve tener presente la complessità dell’orizzonte in tutti i sensi, coinvolgendo tutti i sensi.

25/05/2024

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