I Papi si sono sempre interessati alla letteratura, se non di persona attraverso i loro inquisitori che ne fornivano occhiuti indici e volentieri mettevano ad ardere oltre ai libri anche gli autori ritenuti pericolosi. Una critica censoria, dunque, di tipo morale, rigidamente “distinzionista”, che sottintendeva un sospetto generale verso le scritture laiche: bastante il Libro Sacro, diretta emanazione divina, tutt’al più completato da breviari edificanti di preghiere e agiografie.
Ma i tempi cambiano, ragazzi! Ed ecco comparire nel caldo estivo del luglio scorso una lettera di Papa Francesco Sul ruolo della letteratura nella formazione. E scopriamo un completo rovesciamento strategico: l’obiettivo è sempre il miglioramento morale, ci mancherebbe, ma la letteratura adesso è vista come uno strumento utile, sia pure di mediazione e passaggio ad maiora, addirittura consigliabile nei seminari per la formazione dei futuri sacerdoti. Invece di rigettare le tentazioni diaboliche del “mondo”, il Santo Padre suggerisce di esplorare a fondo le pieghe del cuore umano, avendo a guida proprio le rappresentazioni letterarie. Continua a leggere Eclettismo ecclesiastico