Se dovessi scegliere per forza tra il tragico e il comico, allora mille volte il comico. Sarà che il mio interesse per la letteratura è cominciato dalla parodia; sarà che, in quanto critico, sto sempre con la letteratura “secondaria”; sarà quel che sarà, ma il tragico per me ha sempre avuto una coloritura troppo nobiliare, da alte sfere, in atteggiamento di sopracciò, mentre il comico proveniente dal basso e per lungo tempo ritenuto subalterno e di minor credito, possiede l’energia del ritorno del represso. Il tragico è legato allo spirito e all’ideale, mentre il comico è materiale e corporeo. Quanto agli effetti, le lacrime sono tutte nella testa, il riso è di pancia.
Detto questo, però, le cose sono sempre un po’ più complicate rispetto a una semplice scelta di campo. Continua a leggere Il tragico e il comico, di alcune complicazioni